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L’Ordine dei medici vuole riformare il codice deontologico in materia di vaccini

La Federazione Nazionale dell’Ordine dei medici (Fnomceo) sta preparando una riforma del Codice deontologico che dovrebbe vedere la luce nel 2024. Una delle novità più importanti di quello che sarà il nuovo Codice deontologico che prenderà il posto della versione del 2014 è l’inserimento di appositi articoli che concernono il tema dei vaccini. Il presidente di Fnomceo, Filippo Anelli, nel convegno che si è tenuto a Roma il 24 e 25 novembre scorsi, intitolato “Una nuova deontologia per il nuovo ruolo del medico”, ha spiegato che con la riforma del Codice, «saranno innanzitutto introdotti degli articoli relativi ai vaccini e alle vaccinazioni: i vaccini rappresentano un fondamentale strumento di prevenzione e i medici non potranno disconoscerne il valore scientifico. Conseguentemente, il medico non può sconsigliarne l’utilizzo». Dunque, se la riforma si concretizzerà, i medici italiani che «verranno chiamati a partecipare a campagne vaccinali non potranno non effettuare la somministrazione degli immunizzanti».

Anelli però precisa che ciò non corrisponde ad un obbligo vaccinale, in quanto «questo sarebbe in contraddizione con il dettato costituzionale sulla libertà individuale». Il futuro Codice, quindi, obbligherà i medici a partire dal presupposto della centralità della vaccinazione, senza la previsione di un obbligo che sarebbe considerato anticostituzionale. D’altronde però, quest’ultimo punto evidenzia la contraddizione con i provvedimenti introdotti per i sanitari e altre categorie durante il periodo pandemico, mentre il contenuto dei nuovi articoli anticipato da Anelli non specifica per il momento se il divieto di sconsigliare le immunizzazioni sia passibile di eccezioni o meno: ad esempio, nel caso in cui alcuni pazienti soffrano di patologie che ne rendano incompatibile l’utilizzo. In ogni caso, i contenuti in questione andrebbero a limitare fortemente la libertà del dibattito scientifico e del confronto, elevando la vaccinazione ad un intoccabile dogma sanitario, sancito anche formalmente.

La bozza [1] del nuovo Codice prevede inoltre altri due punti fondamentali: il primo contribuisce a ripensare la figura del medico; il secondo chiarisce i rapporti e le differenze tra le nuove tecnologie e il personale sanitario. L’idea è quella di introdurre «una nuova figura di medico» che non curi solo la malattia, ma l’intera persona, considerando anche l’influenza ambientale», in quanto – spiega Anelli – il concetto di salute «è cambiato», includendo anche le «salute in relazione all’ambiente e al mondo animale. È quella che viene definita l’ottica One Health, che andrà evidenziata anche nel nuovo Codice». Per quanto riguarda la tecnologia, invece, si sottolinea che questa – specialmente la robotica e l’intelligenza artificiale – pur essendo utile, «non può essere sostitutiva del medico». Un chiaro riferimento alla cosiddetta medicina 4.0 – ossia quella nata in seno alla Quarta rivoluzione industriale – che vorrebbe affiancare e ove possibile sostituire il rapporto personale medico-paziente con la telemedicina, vale a dire con visite a distanza ed eventualmente la somministrazione di farmaci e altre sostanze da remoto.

[di Giorgia Audiello]