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L’altro Mondiale: cronache assurde da Qatar ’22 (prima puntata)

Tra poche ore prenderanno il via i discussi mondiali di calcio in Qatar, e con questa rubrica settimanale noi de L’Indipendente abbiamo deciso di raccontarvi i lati apparentemente più leggeri, di costume, spesso assurdi che accompagneranno questo evento. D’altronde, di tutto quello d’importante che c’era da sapere, sia a livello politico che sportivo, su questi mondiali affidati ad un paese che ha un tradizione calcistica pari a quella di Tahiti nello sci alpino, ne abbiamo parlato nel nostro ultimo Monthly Report intitolato Nel fango del dio pallone [1].

Partiamo subito col dire che, nonostante gli Azzurri, non facciano parte della competizione, l’Italia ha già ottenuto un importante vittoria. Non saremo infatti ricordati per la peggiore mascotte nella storia dei mondiali. Il pupazzetto Ciao scelto per Italia ’90, che fino a Qatar 2022 era indubbiamente la più brutta mascotte nella storia della competizione, è stato nettamente soppiantato da La’eeb. Che in arabo significa “giocatore super esperto”. Resta aperta comunque la questione su cosa sia La’eeb? A primo acchito parrebbe un fazzolettino da naso, ma potrebbe anche essere un fantasma, insomma con tutti i trilioni di dollari a disposizione dell’organizzazione si poteva fare meglio.

È notizia di venerdì invece, che non verranno serviti alcolici all’interno degli impianti, per la gioia delle migliaia di tifosi che si dovranno accontentare di tè alla menta. Una nota marca di birra americana, sponsor dell’evento, ha commentato la decisione con un tweet, poi cancellato, che diceva: “scelta imbarazzate”. Dal punto di vista enogastronomico è andata male anche alla Spagna, a quanto pare i cugini iberici dovranno fare a meno del loro adorato jamon (prosciutto). Mentre gli scaltri argentini, hanno scelto di alloggiare nelle stanze degli studenti presso l’Università del Qatar invece che nel preventivato hotel a 5 stelle. Questo per consentirgli di fare i loro amati barbecue a base di asado. Messi e compagni ci credono, dato che hanno fatto arrivare in Qatar circa 2.600 chilogrammi di carne di manzo. Malissimo invece il Ghana che pare abbia dimenticato di portarsi dietro le maglie da gioco. Le divise per le Black Stars [8] sono state spedite ma non è detto che riescano ad arrivare in tempo per la prima partita ufficiale, in soccorso pero è arrivata l’Università Statale di Milano [9] che avrebbe invitato in Qatar 30 divise griffate “La Statale” per evitare che i giocatori ghanesi debbano scendere in campo con la classica maglia della salute bianca con il numero disegnato a penna, come nei peggiori campi di periferia.

Sempre in tema di maglie da gioco, importante sottolineare la scelta fatta dallo sponsor tecnico della nazionale danese che, in protesta con le violazioni ai diritti umani commesse in Qatar, ha deciso di nascondere il proprio logo [12] dalle maglie della Danimarca. Sempre la nazionale danese si era resa protagonista anche di un altra importante iniziativa, prontamente bocciata dalla FIFA, quella di inserire la scritta “diritti umani per tutti” nelle divise da allenamento. La FIFA, il massimo organismo calcistico a livello mondiale, infatti non permette messaggi politici sulle magliette. Evidentemente per loro i diritti umani sono una scelta politica e non diritti universali che andrebbero riconosciuti a tutte le persone del pianeta. C’è’ del marcio in Danimarca…e nella FIFA.

In compenso il presidente della FIFA, Gianni Infantino, avrebbe chiesto ai leader mondiali di fermare le guerre durante i mondiali in Qatar. Bellissima proposta senza dubbio, peccato che aver messo nello stesso girone della competizione Iran, Stati Uniti, Inghilterra e Galles ha tutto il potenziale per farne scoppiare una nuova di guerra. Si preannuncia comunque un mondiale non facile per la nazionale inglese, che dopo la batosta dell’Europeo, ora ne rischia un’altra in Qatar. I giocatori della nazionale starebbero infatti passando notti insonni [13] a causa del rumore che fanno i cammelli nei pressi del loro hotel. Una lancia in favore di Infantino, va però spezzata, durante la conferenza stampa inaugurale [14] del torneo ha infatti dichiarato: «Oggi mi sento qatarino, oggi mi sento arabo, mi sento africano, mi sento lavoratore migrante e mi sento gay», mentre raccontava la sua esperienza di vita da italiano cresciuto all’estero, vittima a sua volta discriminazioni e bullismo. Infantino ha inoltre aggiunto che: «Le critiche al mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri». C’è del buonsenso ma suona tutto decisamente opportunistico.

Domenica 20 novembre alle ore 16:00 ci sarà al Al Bayt Stadium di Al Khor la partita inaugurale del torneo, Qatar – Ecuador, arbitrata dall’italiano Orsato. Poco si conosce della nazionale padrona di casa, e infatti gli allibratori danno per favorita la nazionale sudamericana. Nonostante i pronostici probabilmente ci sarà da aspettarsi una partita combattuta, tra due squadre che almeno sulla carta secondo il ranking FIFA non sono troppo distanti in termini di valori. Inoltre il Qatar è campione d’Asia in carica. Bisogna poi considerare che i giocatori del Qatar sono in ritiro da giugno per preparare al meglio le partite. Non si può quindi mettere in discussione la loro professionalità, lo ha ribadito anche l’ex allenatore dell’Inter Andrea Stramaccioni che da un anno e mezzo allena in Qatar l’Al Gharafa. «Qualcosa di simpatico è successo sugli orari, che in Italia per noi sono sacri. Qui invece sono stato costretto ad adottare il pugno di ferro e fare tante multe. Poi mi sono accorto che qua tutti i calciatori sono ricchissimi e se ne fregano», ha dichiarato.

 

Shoomilah Shoomilah a quanto pare sarà la canzone non ufficiale della coppa del mondo, e probabilmente diverrà il tormentone prima delle partite della nazionale padrona di casa. Piccola consolazione, è comunque meno fastidiosa delle vuvuzela del mondiale in Sud Africa del 2010. Pronti al fischio d’inizio, che vinca il migliore…

[di Enrico Phelipon]