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C’eravamo tanto odiati: adesso l’Europa punta su Di Maio

Era finita con un prevedibile tonfo l’ultima avventura di Luigi Di Maio all’interno della politica italiana, bocciato dal popolo sia nei collegi plurinominali che in quello uninominale. Prima lo 0,6% dei voti raccolti alle ultime elezioni con Impegno civico [1], poi il silenzio assordante proveniente dai profili social e infine l’abbandono della carica di segretario della formazione fondata con Bruno Tabacci. A qualche settimana di distanza, Luigi di Maio sembra però destinato a vivere una nuova vita, proprio come le fenici. All’interno di una shortlist di 4 profili politici, l’Unione Europea ha infatti indicato l’ex ministro degli Esteri quale miglior candidato per l’incarico di emissario speciale nel Golfo Persico. La decisione finale, che verrà resa nota nelle prossime settimane, spetta all’Alto Rappresentante per la politica estera Josep Borrell. Tuttavia, anche tra le preferenze del funzionario spagnolo, Di Maio figura al primo posto.

C’eravamo tanto odiati. Poi amati. Il rapporto tra l’ex ministro Luigi di Maio e l’Unione Europea ha raggiunto un nuovo stadio: la cooperazione in uno Stato terzo. Di Maio come portavoce e rappresentante di quei valori tanto disprezzati durante il debutto politico e poi difesi durante le esperienze tra i Palazzi romani. Il compito di apprendere notizie, sondare intenzioni o avviare trattative appare dunque come un premio alla fedeltà acquisita nel tempo, durante gli anni da ministro al governo italiano. Sono lontani i tempi in cui l’ex grillino rilanciava l’istituzione di un referendum popolare per la permanenza nell’Euro. Nel 2017, Di Maio dichiarò che qualora si fosse arrivato a quel referendum, egli avrebbe votato per l’uscita, salvo poi abbracciare idee completamente opposte nel corso dei governi Conte e Draghi. La subordinazione all’agenda dell’ex banchiere centrale, emersa chiaramente nel programma [2] elettorale di Impegno Civico, ha certamente giocato un ruolo fondamentale nella candidatura di Di Maio a emissario nel Golfo Persico, vista la stima e la nostalgia di Bruxelles nei confronti di Draghi. Secondo le indiscrezioni delle ultime ore sarebbe stato proprio il presidente del Consiglio uscente a sponsorizzare l’ex ministro degli Esteri all’Unione Europea. Dietrologia che non cambia quello che sembra essere un esisto già scritto: la seconda vita di Di Maio a rappresentanza di un odi et amo   senechiano.

[di Salvatore Toscano]