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Alcuni candidati di +Europa sono stati finanziati da Soros

La campagna elettorale di alcuni candidati di +Europa è stata finanziata direttamente dal “filantropo” statunitense George Soros. L’ammissione arriva dal segretario nazionale del partito, Benedetto Della Vedova, in risposta all’accusa dell’ex alleato Carlo Calenda. Il leader di Azione ha affermato, in un’intervista a Bruno Vespa, di sapere con certezza che il movimento della Bonino avrebbe ricevuto da Soros 1,5 milioni di euro a condizione di non rompere l’alleanza col PD e fare fronte comune contro la destra. Della Vedova ha smentito l’esistenza di finanziamenti diretti al partito ma ha ammesso che «alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto un contributo diretto da parte di George Soros per le spese della campagna elettorale».

È passato in sordina il finanziamento a +Europa proveniente dal filantropo statunitense che da anni, attraverso la sua Open Society Foundations, influenza gli sviluppi politici e sociali dell’Europa nonché dell’Italia. Nel 2019, l’associazione era coinvolta in ben 70 progetti nel nostro Paese, per un totale di 8,5 milioni di dollari di donazioni. Le sue mani sulla politica italiana sono evidenti – e non le vede solo chi non le vuole vedere –, come dimostrano i finanziamenti ad alcuni Comuni, tra cui quello di Ventimiglia, e alle Università di Perugia e di Urbino, quest’ultima premiata per aver mappato “l’informazione politica sui media italiani” con 25 mila dollari. Ultimi, ma non per importanza, i finanziamenti dei partiti, con i Radicali prima e +Europa poi a intercettare il denaro statunitense in cambio di promesse che sanno di interferenza negli affari interni.

Già nel 2018 il partito di Emma Bonino ha ricevuto un assegno [1] da 298.550 dollari per “promuovere un’ampia riforma delle leggi italiane sull’immigrazione attraverso iniziative che puntino a fornire aiuto agli immigrati e avanzare il loro benessere sociale”. In occasione della successiva tornata elettorale, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova ha smentito l’esistenza di finanziamenti diretti al partito ma ha comunque ammesso che «alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto un contributo diretto da parte di George Soros per le spese della campagna elettorale». Uno scenario di certo non inedito per Della Vedova, che negli anni scorsi ha ricevuto una donazione di 260 mila euro da parte di Peter Baldwin, altro paperone che ha a cuore le sorti del Vecchio Continente.

L’ultimo finanziamento in casa +Europa dovrebbe destare scalpore, così come tutti quelli che mirano a interferire col processo democratico e sovrano di un Paese, indipendentemente dalla “bontà” dei temi e delle direzioni politiche da seguire in cambio del denaro. Dovrebbe levarsi una voce di protesta compatta, a maggior ragione alla luce di una campagna elettorale che ha visto i partiti, ossessionati dagli hacker del Cremlino, accusarsi di aver favorito le ingerenze di Paesi stranieri nel sistema italiano.

[di Salvatore Toscano]