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Perugia: dove gli universitari senza casa sono costretti a dormire in tenda

Più di 600 studenti idonei al servizio abitativo gratuito ma non beneficiari del posto letto, quindi senza casa, senza preavviso. Accade a Perugia dove continuano le mobilitazioni per sollecitare la Regione e gli organi competenti a prendere provvedimenti per contrastare la seria crisi abitativa in atto nel capoluogo umbro. Universitari letteralmente lasciati dormire per strada, tra chi avrebbe dovuto ricevere l’alloggio di diritto e si ritrova senza altra soluzione, e chi non riesce a trovare sistemazioni perché effettivamente assenti o troppo costose. Si palesa così quanto la politica di riorganizzazione e ristrutturazione delle strutture immobiliari pubbliche messa in atto dalla Regione non abbia tutelato la sfera studentesca. Una situazione che non sarebbe esistita avendo in mente le possibili conseguenze dei tagli imposti dalla Regione (da cui derivano i quasi 700 posti letto in meno) e ascoltando chi da tempo aveva segnalato una situazione di disagio.

Manifestazione Studenti senza Casa, 10 ottobre 2022

Perché ben chiaro era l’aumento delle immatricolazioni così come della domanda per i collegi prima dell’inizio del corrente anno accademico; nel mentre molte strutture sono finite in ristrutturazione e nulla di effettivo è stato fatto per garantire soluzioni alternative. Un’emergenza abitativa quindi del tutto prevedibile eppure mai realmente considerata da chi di dovere si è trasformata in irragionevole realtà, con alunni che, a lezioni iniziate, non hanno un posto dove dormire. Una situazione che travolge anche i fuori sede “meno bisognosi”, nel senso che non hanno diritto a un posto in studentato, potendosi rivolgere al mercato privato, non per questo aventi la possibilità di pagare ingenti somme pur di non dormire in macchina. In un mercato immobiliare degli affitti che, come in altre città italiane, appare fuori controllo.

Manifestazione Studenti senza casa, 10 ottobre 2022

La crisi abitativa in atto a Perugia tra effettiva mancanza di appartamenti in affitto e prezzi esorbitanti (e quest’ultima rappresenta purtroppo una preoccupante tendenza delle città Italiane [1]), vede testimonianze di studenti costretti a dormire nelle automobili o in tenda. In segno di protesta e di solidarietà la manifestazione Studenti senza dimora avvenuta lo scorso 10 ottobre nella città umbra, ha visto la comunità studentesca unirsi e sperimentare il pernottamento che svariati altri colleghi sono costretti ad adottare. Nonostante la manifestazione, il diritto alla casa rimane immerso nell’incertezza, perché nonostante la Regione abbia assicurato di avere stanziato 600.000 euro per garantire nuovi posti all’interno di strutture alberghiere e pensioni, mancano scadenze precise e azioni concrete. La vita studentesca intanto prosegue grazie alla solidarietà tra chi ospita colleghi nella propria sistemazione ed espedienti come la sala allestita dal sindacato studentesco UDU e dalla CGIL.

Sistemazione provvisoria per gli idonei non beneficiari

Una dinamica la cui assurdità è evidente senza parlare dell’ingiustizia subita dagli idonei non beneficiari, che avrebbero dovuto avere il posto letto gratuito offerto dall’Agenzia per il diritto allo studio Universitario dell’Umbria [2] (ADiSU), la quale, sottolineano dalla Sinistra Universitaria – UDU Perugia, era stata sollecitata ad agire preventivamente. Mentre com’era stato preannunciato le immatricolazioni sono salite considerevolmente (gli iscritti sono passati da 20.000 a 30.000 in un solo anno) ci sono proprietari poco vogliosi di affittare a studenti e se qualche abitazione si trova ancora, la si scova nelle periferie. I portavoce hanno spiegato a L’Indipendente quanto comunque la vita di periferia possa essere scomoda per un giovane che abbia scelto la città di Perugia per condurre la propria vita universitaria. I trasporti per e dal centro, dove si svolgono attività sociali parte integrante dell’esperienza negli atenei e importanti per i giovani che intraprendono un percorso di studi superiore, si interrompono alle 21:00. Quello di Perugia è esempio di come l’istruzione e il diritto allo studio in Italia sembra vengano sempre per ultimi [3], perché una buona notizia come la crescita di interesse per l’offerta universitaria della città umbra ha causato seri disagi, come detto evitabili, piuttosto che stimolare l’avere come priorità la garanzia di un’istruzione accessibile, investendo per migliorare e non apportando tagli.

[di Francesca Naima]