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Totoministri, Meloni annuncerà la lista entro mercoledì: Mattarella vigila

A due settimane dalle elezioni [1] del 25 settembre, l’Ufficio elettorale centrale ha ufficializzato la lista definitiva dei parlamentari che siederanno a Montecitorio e a Palazzo Madama per i prossimi cinque anni. Il centro destra potrà contare su 235 deputati (su 400) e 115 senatori (su 200). Il 13 ottobre avverrà la nomina dei Presidenti delle due Camere, a cui faranno seguito le consultazioni del Presidente della Repubblica, che con ogni probabilità affiderà il mandato di governo a Giorgia Meloni. È l’ora del Totoministri, dei nomi e delle ipotesi di compromesso. La leader di FdI promette agli elettori l’accelerata e la presentazione della lista definitiva (volontà di Sergio Mattarella permettendo) entro mercoledì.

Con Salvini che appare indirizzato verso il nuovo dicastero sulla famiglia e natalità, il totoministri per il ministero dell’Interno vede consolidare la posizione del prefetto di Roma Matteo Piantedosi e in alternativa il leghista Nicola Molteni. Per gli Esteri, invece, la candidatura forte è quella di Elisabetta Belloni (attuale capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) davanti al numero 2 di Forza Italia Antonio Tajani. Per il ministero di Economia e Finanze, Meloni starebbe spingendo per Fabio Panetta, attualmente nel Comitato esecutiva della BCE. Una scelta quindi che appare di assoluta garanzia di continuità verso Bruxelles e verso le istituzioni finanziarie. La leader di FdI avrebbe poi proposto ad Antonio D’Amato, già presidente di Confindustria dal 2000 al 2004, un ministero “dell’energia”, che comprende le attuali competenze della transizione ecologica e dello sviluppo economico. Su pressing di Lega e Forza Italia, sembrerebbe sfumata l’ipotesi di concedere la presidenza di una delle due Camere all’opposizione, prassi informale in vigore durante la Prima Repubblica. Per quanto riguarda il Senato, si profila un derby tra Roberto Calderoli (Lega) e Ignazio La Russa (FdI), con l’ipotesi di Pier Ferdinando Casini (eletto tra le fila del Pd) verso il tramonto.

Voci di corridoio, compromessi al sapore primorepubblicano, palazzi romani. Potrebbe essere la trama di un film di Pasolini ma è soltanto il ritmo frenetico che accompagna la formazione del nuovo esecutivo in Italia. Giovedì 13 ottobre, Camera e Senato si riuniranno per la prima seduta ed eleggeranno i due presidenti. Da quel momento, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrà indire le consultazioni. Seguirà l’accettazione di un mandato di governo con riserva, che verrà sciolto positivamente con la firma e la controfirma dei decreti di nomina del presidente del Consiglio e dei ministri. Ad ogni modo la formazione che, al netto di modifiche da parte di Mattarella, prenderà parte al prossimo esecutivo verrà resa nota entro questo mercoledì, stando alle parole di Giorgia Meloni. Sabato scorso, i leader dei partiti di centro destra si sono incontrati ad Arcore. Alla narrativa ufficiale degli “importanti passi avanti per governo forte e capace di rispondere alle urgenze del Paese”, si è aggiunta l’indiscrezione di un Silvio Berlusconi furioso al termine del vertice, che avrebbe rivolto alla Meloni le parole: «Arrogante, è stata arrogante».

Quella che potrebbe apparire come semplice dietrologia è tuttavia arricchita da veti incrociati e dichiarazioni ambigue. In casa Forza Italia si va dal «Salvini bravo ma non ha mai lavorato» alle prese di posizioni sui nomi proposti, come il caso Ronzulli. Per la senatrice azzurra, Berlusconi avrebbe chiesto un “ministero di peso”, arrivando per ora allo stallo con gli alleati. Il Corriere ha riportato un retroscena relativo a delle dichiarazioni della Ronzulli: «Se Di Maio è stato ministro degli esteri, non vedo perché io non ne sarei all’altezza». In occasione del vertice ad Arcore è apparso invece un Matteo Salvini rassegnato all’idea di ricoprire un ruolo secondario nel prossimo esecutivo. «La Lega è senza pretese», ha dichiarato Salvini, che vede sfumare il sogno Viminale. Il giorno prima il leader del Carroccio aveva affermato: «Chiederò per la Lega alcuni ministeri come quello per la Famiglia e la Natalità, perché bisogna tornare a mettere al mondo figli senza tanti problemi».

[di Salvatore Toscano]