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Speciale elezioni, l’identikit dei partiti: Impegno Civico

Dopo una rocambolesca uscita dal Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio si è unito a +Europa, Verdi-Sinistra Italiana e Partito Democratico nella coalizione di centro sinistra. Prima di questo, l’attuale ministro degli Esteri ha stretto un patto con Bruno Tabacci del Centro Democratico dando vita alla lista Impegno Civico che avrà come obiettivo il superamento della soglia di sbarramento del 3%. A poche ore dal silenzio elettorale, la redazione de L’Indipendente conclude il suo lavoro in vista di un voto consapevole analizzando il programma [1] di Impegno Civico e avanzando alcuni spunti di riflessione.

Carta d’identità: Impegno Civico

Capo politico: Luigi Di Maio

Orientamento politico: centro

Ultima legislatura: 50 deputati e 11 senatori

Coalizione: centro sinistra, insieme a Partito Democratico, +Europa, Verdi-Sinistra Italiana

Slogan e programma

“Difendiamo la libertà”

Giovani e istruzione

Economia e lavoro

Diritti

Beni comuni

Politica estera

Politiche sanitarie

Riforme costituzionali proposte

Nessuna riforma costituzionale.

Considerazioni

È un Di Maio diverso quello che si presenta alle elezioni del 25 settembre. Un Di Maio che ha riposto nell’armadio i panni “rivoluzionari” per convertirsi alla metriotes greca, quindi al senso della moderazione. Sono lontani i tempi in cui l’ex grillino riproponeva l’idea berlusconiana dell’abolizione (mai raggiunta) del bollo auto, o rilanciava l’istituzione di un referendum popolare per la permanenza nell’Euro. Nel 2017, Di Maio dichiarò che qualora si fosse arrivato a quel referendum, egli avrebbe votato per l’uscita, salvo poi abbracciare idee completamente opposte nel corso delle prime esperienze governative (Conte e Draghi). Leggendo il programma di Impegno Civico si può notare proprio l’influenza che l’esecutivo guidato dall’ex banchiere centrale ha avuto su Di Maio. Poca creatività politica (e fattibilità dal momento in cui mancano le coperture finanziarie) ma tanta subordinazione all’Agenda Draghi. Identica visione delle cose o voglia di non esporsi a rischi mediatici? Ai posteri l’ardua sentenza; ai contemporanei il beneficio del dubbio.

Nel frattempo, Di Maio si sta mostrando vicino al popolo, come nell’incursione a Napoli nella pizzeria Nennella. Tra un passo di Dirty Dancing e l’altro, l’attuale ministro degli Esteri ha avuto modo di cambiare più volte idee sulle proprie proposte. Si pensi al reddito di cittadinanza e alle dichiarazioni durante il meeting di Comunione e Liberazione. Qui, Di Maio ha detto di aver votato a favore della cosiddetta norma “spazza divani”, in linea con tutto il centro destra. Si tratta di una misura, inserita nella legge di conversione del decreto Aiuti, che permette ai privati di proporre ai percettori di reddito di cittadinanza un’offerta di lavoro congrua (bypassando così l’operato dei centri per l’impiego e dei navigator). Anche tali proposte di lavoro, se rifiutate, potrebbero portare alla decadenza dal beneficio. Nella stessa occasione, Di Maio ha poi aggiunto che il reddito di cittadinanza va salvaguardato «per disabili o inabili al lavoro» e che «se uno abile a lavoro sta prendendo il reddito e c’è un posto di lavoro libero non può continuare a prenderlo».