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Speciale elezioni, l’identikit dei partiti: Unione popolare

Unione popolare si presenta alle elezioni del 25 settembre dopo essersi costituito in estate e aver raggiunto l’obiettivo della raccolta firme. Il movimento sostenuto da vari partiti e associazioni tra cui DeMa, Manifesta, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, ha presentato un programma [1] diviso in 12 punti, per un totale di 120 proposte.

Carta d’identità: Unione popolare

Capo politico: Luigi de Magistris

Orientamento politico: sinistra

Ultima legislatura: movimento nato nel 2022.

Coalizione: lista sostenuta da DeMa, Manifesta, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista

Slogan e programma

“L’Italia di cui abbiamo bisogno”

Giovani e istruzione

Economia e lavoro

Diritti

Beni comuni

Politica estera

Politiche sanitarie

Riforme costituzionali proposte

“Lavorare per il superamento delle politiche di bilancio stabilite dall’accordo di Maastricht e dal semestre europeo. Respingere, in particolare, i vincoli liberisti del Trattato e ripristinare la Costituzione del 1948 eliminando il vincolo europeo laddove in contrasto ai principi fondamentali della Costituzione antifascista e il pareggio di bilancio introdotto nel 2012”.

Considerazioni

All’interno del proprio programma, Unione popolare si è rivolto in particolare ai giovani e al loro futuro. Da qui l’attenzione per una riforma dei programmi scolastici “nella direzione di un pieno sviluppo della personalità di alunni e studenti”, a dispetto della tendenza ad assimilare gli istituti a un’azienda. Emergono poi diverse proposte per il rilancio dell’economia, tra cui l’evergreen delle pensioni a mille euro introdotto da Berlusconi.

Unione popolare ha definito in modo chiaro le coperture finanziarie per le misure avanzate: tassazione degli extra profitti delle aziende energetiche, patrimoniale ad aliquota progressiva, aumento dell’imposta sulle successioni e sulle donazioni e lotta all’evasione fiscale (“che ogni anno costa all’Italia 90 miliardi”). La realizzazione delle idee dipenderà dai seggi che il neo-partito riuscirà a ottenere in Parlamento e soprattutto dalla “questione morale”, quindi l’aderenza alle promesse fatte in campagna elettorale.