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Speciale elezioni, l’identikit dei partiti: Vita

Vita è uno dei partiti “anti-sistema” che, dopo aver superato la sfida della raccolta firme [1], si prepara alle elezioni del 25 settembre. L’obiettivo della redazione de L’Indipendente è di analizzarne le proposte e avanzare degli spunti di riflessione critica in vista di un voto consapevole. Di seguito, il programma [2] elettorale della lista fondata dalla parlamentare ex-M5S Sara Cunial, Paolo Sensini del No Paura Day, Luca Teodori di 3V, Edoardo Polacco di Sentinelle della Costituzione-Io sto con l’Avvocato Polacco e Maurizio Martucci di Alleanza Italiana Stop 5G.

Carta d’identità: Vita

Capo politico: Sara Cunial

Orientamento politico: collocazione trasversale

Ultima legislatura: creazione della lista nel 2022

Coalizione: Nessuna

Slogan e programma

”Tutti uniti fino al Parlamento per riprenderci ciò che ci appartiene”

Giovani e istruzione

Economia e lavoro

Diritti

Beni comuni

Politica estera

Politiche sanitarie

Riforme costituzionali proposte

Riforma del CSM con elezione dei componenti non con presentazione di “liste elettorali correntizie” ma per sorteggio.

Considerazioni

Più che delle proposte politiche definite, i dieci punti del programma di Vita sono delle linee di indirizzo piuttosto vaghe. Le idee più chiare e dettagliate riguardano la politica estera e la sanità. Nel primo caso, la rottura dei legami con l’Unione Europea e NATO sono necessari per riottenere la sovranità nazionale e arrivare a una “comunità politica e sociale aperta e inclusiva”. Nel secondo, invece, la libertà di scelta terapeutica diventa funzionale alla tutela della vita. Libertà che, tuttavia, non trova spazio nella sua accezione “negativa”: la volontà di ricorrere al suicidio assistito per non convivere con le sofferenze derivanti da una patologia. Una posizione ambigua che avvicina il partito alle posizioni del centro destra, con cui condivide anche l’idea della flat tax o del contrasto all’immigrazione clandestina.

Nel programma elettorale di Vita mancano poi, oltre alle politiche giovanili, le coperture finanziarie per le proposte avanzate. Ad esempio, non viene definito né tantomeno ipotizzato lo scenario economico successivo all’eventuale uscita dell’Italia dai trattati internazionali di libero scambio, che negli anni hanno eliminato dazi e dogane. Non vengono citate le fonti da cui attingere per investire nel Mezzogiorno – favola che da decenni caratterizza le campagne elettorali – o per finanziare la flat tax al 20%.