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Venezia, gli ambientalisti caricati con gli idranti alla mostra del cinema

Ieri pomeriggio, sotto i riflettori della Mostra del Cinema di Venezia, la polizia ha caricato violentemente i manifestanti della Climate March [1], una marcia che chiede “giustizia climatica senza se e senza ma”.

Il corteo – partito alle 17 dal piazzale Santa Maria Elisabetta e composto da 2000 manifestanti – si è mosso pacificamente in direzione Red Carpet, finché gli agenti in tenuta antisommossa gli hanno impedito il passaggio a suon di idranti e manganellate. Nonostante la carica della polizia, gli attivisti e le attiviste hanno tentato di resistere in maniera composta, utilizzando dei gonfiabili a forma di pesce e degli scudi di plastica su cui è stato dipinto il fondale marino.

Non è stato possibile alcun tipo di mediazione. A nessuna delegazione è stato permesso di avvicinarsi all’entrata della Mostra del Cinema.

«Quello che è successo è l’ennesima conferma dell’oppressione che lo Stato, mosso da interessi economici e di profitto di carattere privato, esercita ogni giorno sui corpi dissidenti che cercano uno spazio di libertà. Ma quella di oggi è stata una grande giornata, che ha visto persone da tutto il mondo riunirsi per prendersi la legittimità che meritano e resistendo a questa repressione.» Così, tramite un comunicato, il Venice Climate March ha commentato l’accaduto.

L’iniziativa è stata promossa da Rise Up 4 Climate Justice e Fridays For Future Venezia/Mestre ed ha trovato ascolto in centinaia di partecipanti provenienti da tutta Italia e anche da Paesi Europei. Tutti con il medesimo obiettivo: mettere in luce la loro lotta contro un sistema economico che ha fallito su clima, diritti e lavoro. Alleanza Verdi Sinistra e Unione popolare sono stati gli unici partiti ad aver aderito alla manifestazione.

«Tre anni fa, quando abbiamo occupato il tappeto rosso – racconta Sebastiano di Fridays For Future – c’era ancora qualcuno che negava l’evidenza scientifica dei cambiamenti climatici. Oggi queste stesse persone hanno adottato una tecnica diversa: far passare le peggiori scelte per il clima come ecosostenibili. (…) Questo è quanto volevano denunciare portando la questione della giustizia climatica sotto i riflettori delle mostra del cinema. Le cariche della polizia ce lo hanno impedito ma non possono impedirci di continuare a lottare: ricordiamo a tutte e tutti lo sciopero mondiale per il clima che i Fridays For Future hanno proclamato per il prossimo 23 settembre. È una lotta alla quale non possiamo rinunciare perché non abbiamo possibilità di scelta. Non abbiamo un pianeta B».

[di Iris Paganessi]