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Speciale elezioni, l’identikit dei partiti: Fratelli d’Italia

La campagna elettorale è entrata nel vivo. Il 25 settembre si avvicina e, in modo proporzionale, si moltiplicano le promesse e la propaganda dei partiti in corsa per convincere gli elettori. L’obiettivo della redazione de L’Indipendente è fornire al lettore un riassunto dei vari programmi elettorali e alcuni spunti di riflessione in vista di un voto consapevole. Dove possibile confrontando le promesse elettorali con quanto effettivamente fatto dai medesimi partiti nel recente passato. Di seguito la sintesi e l’analisi del programma [1] di Fratelli d’Italia.

Carta d’identità: Fratelli d’Italia

Capo politico: Giorgia Meloni

Orientamento politico: destra

Ultima legislatura: all’opposizione; 32 deputati e 18 senatori (esito delle politiche 2018).

Coalizione: centro-destra (insieme a Lega, Forza Italia e Noi moderati).

Slogan e Programma

“Pronti a risollevare l’Italia”

Giovani e istruzione

  1. Istituzione del “diritto allo sport, all’arte e alla cultura”: investimenti sulle infrastrutture e rilancio della scuola come “centro nevralgico del territorio e della sua comunità”, da tenere aperta nel pomeriggio per gli studenti.
  2. “Promozione di stili di vita sani per contrastare il disagio e le devianze giovanili”, come droga, alcolismo, gioco d’azzardo patologico, bullismo e la diffusione delle baby gang.
  3. Lotta senza quartiere ai trafficanti e agli spacciatori di sostanze stupefacenti.
  4. Contrasto della piaga della disoccupazione giovanile: zero tasse per i primi tre anni per i giovani under 30 che si mettono in proprio e incentivi alle aziende che assumono i ragazzi.
  5. Valorizzazione delle scuole tecniche professionali e riforma del PCTO.
  6. Maggiore sostegno economico agli studenti meritevoli.
  7. Riforma del sistema di accesso alle facoltà a numero programmato e riforma della legge sulla formazione specialistica medica, attraverso un sistema che preveda la selezione a partire dal secondo anno di corso.
  8. Riforma della didattica: “studenti laureati prima e università più interattiva”.

Economia e lavoro

  1. Abolizione del reddito di cittadinanza.
  2. “Mirato aggiornamento del PNRR” attuale per destinare maggiori risorse all’approvvigionamento e alla sicurezza energetici.
  3. Trasformazione dell’Italia in un hub di smistamento energetico tra l’Africa e il resto dell’Europa.
  4. Innalzamento delle pensioni minime e sociali.
  5. Riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: flat tax.
  6. Lotta all’evasione fiscale a partire da “evasori totali, grandi imprese, banche e grandi frodi sull’Iva”.
  7. Investimenti nei trasporti, con particolare attenzione nei riguardi del sud e del “ritardo infrastrutturale”.
  8. Riduzione delle tasse sul lavoro attraverso il taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo, a vantaggio di lavoratori e imprese.

Diritti

  1. Difesa della “famiglia tradizionale“: sì alle unioni civili, no alle adozioni “omogenitoriali” e a ogni forma di maternità surrogata.
  2. No all’introduzione di strumenti di controllo digitale di massa e di compressione delle libertà individuali o a meccanismi di scoring, come la cittadinanza a punti su modello cinese.
  3. No alla legalizzazione della cannabis.
  4. No all’eutanasia, che darebbe attuazione alla sentenza 242/19 della Corte Costituzionale sul suicidio assistito.
  5. No al ddl Zan.
  6. Superamento del “tetto di cristallo”, quindi del divario retributivo tra uomini e donne nonché della pink tax, ovvero la tendenza dei prodotti commercializzati specificamente verso le donne ad essere più costosi di quelli commercializzati per gli uomini.
  7. Introduzione di un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili.

Beni comuni

  1. Sì a rigassificatori e a trivellazioni dei giacimenti italiani di gas.
  2. Sì al nucleare di ultima generazione.
  3. No alla direttiva Bolkestein [2].
  4. Inasprimento delle pene per i piromani e per i reati contro gli animali.
  5. Introduzione a livello europeo del “dazio di civiltà” nei confronti dei prodotti provenienti da Stati extra Ue che non rispettano i nostri standard di tutela dell’ambiente.
  6. Sognando il Rinascimento: “Contrasto a cancel culture e iconoclastia che minacciano i simboli della nostra identità”; “valorizzazione del Giubileo 2025 e di Roma Capitale della Cristianità”.
  7. Rilancio di una politica nazionale per lo spazio.

Politica estera

  1. Atlantismo, ferma adesione alla NATO e sostegno all’Ucraina.
  2. Controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi, in accordo con le autorità del nord Africa.
  3. Difesa delle radici classiche e giudaico-cristiane dell’Europa e dei suoi valori fondamentali di libertà, democrazia, solidarietà, sussidiarietà e giustizia.

Politiche sanitarie

  1. Nessun obbligo vaccinale contro il Covid-19 o reintroduzione del Green Pass.
  2. Potenziamento della telemedicina e delle cure domiciliari.

Riforme costituzionali proposte

Presidenzialismo puro, che stravolgerebbe la natura parlamentare della Repubblica, a favore di un presidente eletto dal popolo e non vincolato a un rapporto di fiducia con le Camere, come avviene negli Stati Uniti.

Considerazioni

Un programma elettorale al sapore di trasformismo politico con una ampia verniciata di moderatismo. Forte dei sondaggi che lo danno primo partito e delle ambizioni da prossimo presidente del Consiglio, la leader Giorgia Meloni è passata rapidamente dalle posizioni sovraniste, all’apertura comunitaria e all’impegno nei confronti degli Alleati Atlantici. Con incontri e visite istituzionali, Giorgia Meloni sta cercando di tranquillizzare i partner dell’Italia, in un comportamento che stride con quello assunto in sede europea alla guida del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, formazione euroscettica di destra. Un programma vasto, che in caso di vittoria necessiterà del supporto di tutta la coalizione di centro-destra per essere trasformato in realtà. Sarà, dunque, il tempo dei compromessi che daranno adito ai malumori, gli stessi che qualche mese fa hanno messo in discussione l’esistenza stessa dell’alleanza, e all’imbarazzo. Proprio come quello percepito da Giorgia Meloni durante la tavola rotonda al Forum Ambrosetti [3], quando Matteo Salvini ha parlato di una revisione necessaria delle sanzioni rivolte alla Russia.

A prescindere da ciò, il programma sembra dare all’elettore senza chiedere nulla in cambio: aumento delle pensioni, tagli fiscali, flat tax e così via senza capitoli sulle coperture finanziarie delle misure ed avendo oltretutto promesso che non intende sforare i vincoli di bilancio europei. Si tratta di miliardi di euro a carico dello Stato. L’eterna promessa degli investimenti al sud (in ossequio al principio della coesione sociale ribadito in seno alle istituzioni europee da anni) diventerà realtà e come si coniugherà con il federalismo fiscale promesso dagli alleati della Lega? Ai posteri l’ardua sentenza.

Da sottolineare, infine, alcune contraddizioni logiche, come la conciliazione tra un’Italia green e lo sfruttamento dei giacimenti italiani di idrocarburi o l’installazione dei rigassificatori. Discorso diverso per le donne, a cui il programma dedica delle proposte materiali (no al tetto di cristallo, alla pink tax, al divario retributivo) ma si mostra conservatore su altre posizioni, con il senatore Luca De Carlo ha presentato nei giorni scorsi un disegno di legge sull’obbligo di sepoltura dei feti, che mina la privacy e la libertà delle donne stesse. Interessante da verificare nella sua possibile attuazione, infine, il punto sul rilancio della centralità cristiana in un Paese laico per Costituzione.