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Exarchia, il quartiere di Atene in rivolta contro la speculazione

Il quartiere Exarchia rappresenta il cuore del movimento degli studenti di Atene e, con la scusa della nuova metropolitana, il governo l’ha militarizzato. Inoltre, l’esecutivo è coinvolto, insieme alle amministrazioni locali, nel fenomeno della gentrificazione, ossia la trasformazione del quartiere da zona popolare a souvenir per il turismo di massa, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni. L’inizio dei lavori nella piazzetta centrale di Exarchia ha provocato diverse proteste, con scontri tra i residenti – schierati contro la speculazione immobiliare e la militarizzazione – e gli agenti, posizionati a difesa del blocco di 180 metri quadrati di lamiere e filo spinato da cui spunterà, tra i prossimi dieci anni, la nuova fermata della metro. Quest’ultima non discende dalle esigenze o dalla volontà dei cittadini ma è piuttosto figlia di una decisione politica che punta a punire un quartiere “ribelle”, simbolo della rivolta contro i Colonnelli e delle proteste antitroika che nel 2008 scossero la Grecia, e sottrargli spazio pubblico, vitale per la sua attività di dissidenza.

Teatro nel 2008 di durissimi scontri con la polizia innescati dall’uccisione del 16enne Alexis Grigoropulos, Exarchia è stato l’epicentro della crescita dei movimenti anti-liberisti i cui cortei hanno animato le città greche tra il 2010 e il 2014. Dal 10 agosto scorso, giorno in cui è stato aperto il cantiere della metropolitana e chiuso la piccola piazza triangolare (cuore del quartiere), sono in corso nel quartiere le proteste dei residenti con un bilancio di oltre 30 arresti, decine di feriti e manifestanti in commissariato. Così, da due settimane, a dominare la vita del quartiere Exarchia – che conta su un bacino di circa 10.000 residenti –, non sono le librerie anarchiche, i caffè o le botteghe storiche, bensì i 200 agenti in assetto antisommossa accompagnati da droni e blindati. Tra questi, figurano alcuni membri di Drasi (“Azione”), il corpo di polizia creato appositamente per il quartiere dal primo ministro Mitsotakis subito dopo la vittoria elettorale della destra. A comporre il reparto sono giovani legati in qualche modo al partito di governo, addestrati per soli tre mesi e assunti senza concorso e controlli sulla fedina penale. Mitsotakis gli ha fornito sostanzialmente carta bianca, che negli ultimi anni si è tradotta in pestaggi, assalti a riunioni pubbliche e irruzioni senza mandato nei caffè di Exarchia.

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Scontri nel quartiere di Exarchia, 2008

È in questo clima di repressione che sta avvenendo la trasformazione sociale del quartiere, in passato meta di attivisti, artisti e studenti e adesso preda militare che cerca di difendersi dalle speculazioni commerciali e immobiliari. I canoni di locazione sono cresciuti negli ultimi anni del 30% e oggi il 58% delle case di Exarchia è su Airbnb. Un bilocale può costare anche 650 euro al mese, contro la media di 300 del 2016, in un Paese appena uscito dalla stretta sorveglianza [2] economica europea e caratterizzato da uno stipendio medio di 600 euro al mese. La regolamentazione degli affitti potrebbe invertire la gentrificazione, ma non è di certo nelle intenzioni di Mitsotakis. Non lontano dalle idee dello zio, il sindaco di Atene Nikos Bakogiannis ha nel frattempo deciso di affidare nuove concessioni a società immobiliari per comprare edifici privati e botteghe storiche e sostituirli con bed and breakfast, hotel di lusso e centro commerciali. Tutto ciò nella zona storica della collina di Strefi, a pochi metri dal “quartiere ribelle”.

I residenti parlano di un Exarchia in parte snaturato e silenziato, come nel caso del centro anarchico Vox o delle mense sociali o dei centri di accoglienza, tra cui Spirou Trikoupi 17. La nuova fermata della metro non è pensata per soddisfare i cittadini, dal momento in cui il quartiere è già ben collegato: la sua piazza dista pochi minuti dalle fermate di Omonia e Panepistimio. D’altronde, la volontà della comunità locale è chiara: non entrare nelle mere logiche turistiche o speculative e mantenere la propria identità, come dimostra il piano proposto al Ministero dei Trasporti nel 2018. L’esecutivo, guidato da Tsipras, accettò la proposta e firmò un accordo per costruire la stazione a 500 metri dalla piazza centrale del quartiere. Il governo di Mitsotakis ha, invece, ripreso un progetto di 20 anni che prevede la fermata al centro della piazza. «Il messaggio è chiaro», afferma la studiosa Anna Giulia Della Puppa. Lo spazio pubblico ad Atene e a Piazza Exarchia ha giocato un ruolo centrale nel conflitto tra democrazia e dittatura prima, tra democrazia e austerità poi. «Cancellarlo è un atto politico».

[di Salvatore Toscano]