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Amnesty International: l’Ucraina sta commettendo crimini di guerra

In un rapporto molto duro la principale organizzazione mondiale in favore dei diritti umani, Amnesty International, riserva un’accusa durissima nei confronti dell’Ucraina: “L’esercito ucraino – si legge nel rapporto [1] – ha messo in pericolo i civili ucraini stabilendo basi e facendo funzionare sistemi d’arma nelle aree residenziali, comprese scuole ed ospedali, mentre ha cercato di respingere l’invasione russa. Le tattiche dell’Ucraina hanno violato il diritto umanitario internazionale poiché hanno trasformato obiettivi civili in obiettivi militari. I conseguenti attacchi russi nelle aree popolate hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture”.

Il rapporto nasce da una ricerca della stessa organizzazione, durata da aprile a luglio e svolta nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv. I ricercatori di Amnesty hanno visitato i luoghi colpiti dagli attacchi, intervistando i sopravvissuti, i testimoni, analizzando le armi usate e svolgendo ulteriori ricerche anche da remoto.

Le prove riscontrate dall’organizzazione mostrano che le forze ucraine hanno lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall’interno di edifici civili, in 19 città e villaggi. Per un ulteriore verifica, il Crisis Evidence Lab dell’organizzazione si è servito di immagini satellitari. “La maggior parte dei centri abitati dove si trovavano i soldati ucraini” scrive Amnesty “era a chilometri di distanza dalle linee del fronte e, dunque, ci sarebbero state alternative che avrebbero potuto evitare di mettere in pericolo la popolazione civile.”

Nel rapporto, l’organizzazione sottolinea di non essere a conoscenza di casi in cui l’esercito ucraino, dopo essersi installato in edifici civili all’interno dei centri abitati, abbia chiesto ai residenti di evacuare i palazzi circostanti o abbia fornito assistenza nel farlo. “In questo modo, è venuto meno al dovere di prendere tutte le possibili precauzioni per proteggere le popolazioni civili.”

Non si è fatta attendere la risposta del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, arrivata tramite le dichiarazione del consigliere Mykhailo Podolyak: «È una vergogna che un’organizzazione come Amnesty International stia partecipando a questa campagna di disinformazione e propaganda» aggiungendo poi che «L’Ucraina rispetta le leggi di guerra e il diritto umanitario internazionale. La priorità assoluta per le forze armate è preservare la vita e la salute di ogni cittadino».

Le testimonianze dei civili ucraini

La relazione prosegue poi con varie testimonianze raccolte dall’organizzazione durante la ricerca. A seguire le parole di una madre che ha perso il proprio figlio 50enne durante un attacco russo, avvenuto il 10 giugno in un villaggio a sud di Mykolaiv: «I soldati stavano in una casa accanto alla nostra e mio figlio andava spesso da loro a portare del cibo. L’ho supplicato diverse volte di stare lontano, avevo paura per lui. Il pomeriggio dell’attacco io ero in casa e lui in cortile. È morto subito, il suo corpo è stato fatto a pezzi e il nostro appartamento è stato parzialmente distrutto».

Mentre questa è la testimonianza di Mykola, che vive in un palazzo di Lysychansk, nel Donbass, più volte centrato dagli attacchi russi: «Io non capisco il motivo per cui i nostri soldati sparano dalle città e non dai campi».

A Bakhmut, riporta Amnesty, molte delle testimonianze riguardavano un edificio usato dai soldati ucraini, situato a pochi metri di distanza da un palazzo a più piani, che il 18 maggio è stato colpito da un missile russo. I ricercatori hanno rinvenuto tracce, nei pressi dell’edificio, della presenza dei soldati ucraini, tra cui sacchi di sabbia e nuovi kit di pronto soccorso di manifattura statunitense. Queste le parole di un uomo sopravvissuto all’attacco riportate dall’organizzazione per i diritti umani: «Non ci è permesso dire nulla su cosa fa l’esercito, ma siamo noi a pagare le conseguenze».

[di Iris Paganessi]