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In Italia il lavoro è una guerra che provoca 1.400 morti all’anno

1.361 denunce di morti sul lavoro nel 2021, per un totale di quasi 4 vittime al giorno. Questo il dato allarmante che emerge dalla relazione annuale [1] INAIL, a cui si aggiungono i 564.089 infortuni complessivi sul lavoro denunciati nel corso dell’anno, in calo dell’1,4% sul 2020. Una diminuzione che non fa sperare, però, in una controtendenza, dal momento in cui è dovuta «esclusivamente alla contrazione dei contagi da Covid», passati dai quasi 150.000 del 2020 ai circa 50.000 del 2021, come sottolineato dal presidente nazionale di ANMIL Zoello Forni. Infatti, le denunce di infortunio “tradizionale” hanno registrato un aumento di circa il 20%. Ciò che emerge è un quadro drammatico, a dispetto dell’attività di prevenzione in vigore da ormai 13 anni con il decreto legislativo 9 aprile 2008 [2], n. 81.

Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.361, con un decremento del 19,2% rispetto al 2020. Come per gli infortuni in complesso, anche in questo caso la contrazione è legata interamente ai decessi causati dal contagio da Covid-19, passati dai circa 600 del 2020 ai circa 200 del 2021. Al contrario, le denunce di infortuni mortali “tradizionali” sono aumentate di quasi il 10% rispetto al 2020, sia nella componente “in occasione di lavoro” sia in quella “in itinere”, dunque nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. «La ripresa delle attività produttive dopo la pandemia deve proseguire in accordo con l’esigenza primaria di garantire la salute e la sicurezza», ha dichiarato il presidente di INAIL Franco Bettoni. Nell’anno della ripresa (2021) i dati hanno confermato una tendenza drammatica, che in Italia vede morire più di 1000 lavoratori ogni anno. Nel 2010, gli incidenti mortali sul lavoro sono stati 980, toccando un minimo storico dal secondo dopoguerra. Da quell’anno, è iniziata una lenta risalita, che tra il 2015 e il 2019 si è stabilizzata intorno al valore medio di 1.200 vittime, fino a raggiungere le 1.361 denunce di morti sul lavoro nel 2021. Ciò che emerge è il risultato di un problema strutturale, che parte dalla mancata sicurezza sui luoghi di lavoro e passa per l’inadeguata mole di controllo da parte delle autorità competenti, che andrebbe incrementata. «La presentazione del rapporto Inail rappresenta una occasione importante per riflettere sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sul numero inaccettabile di vittime sul lavoro che questo Paese piange. Dobbiamo far crescere la cultura della sicurezza, partendo dalla centralità della persona che lavora», ha dichiarato il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando. Parole che senza l’adozione di misure concrete rischiano di suonare come mera retorica.

[di Salvatore Toscano]