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I governati traditi

Vorrei sussurrare o urlare, non so ancora, come ci avete tradito, voi che governate ingannando, che vi arrampicate sugli specchi per dimostrare che soltanto gli altri si sbagliano, voi che avreste il potere di cambiare le cose e insabbiate invece ogni volta la verità, voi che prima difendete chi non ha nulla ma poi gli date in pasto soltanto una illusione.

Vorrei urlarvi prima di soccombere che il male non è il contrario del bene ma è semplicemente l’assenza di qualsiasi sentimento, il male è soddisfare soltanto il proprio istinto,  sentirsi nel giusto senza sapere che cosa sia il giusto,  inventarsi ogni giorno una tattica per prevalere, per cacciare gli altri nel torto. 

Voi che avete armato, non amato, il mondo, che di ogni vicenda vorreste decretare il decorso a voi favorevole, voi, forse non voi ma noi siamo colpevoli che abbiamo permesso che ci difendiate dai nemici che voi stessi avete voluto, voi che non ci meritate ma ci ingannate, illudendo che il domani sia migliore, voi che procurate le malattie insieme alle cure che non funzionano. 

Meditate governanti, potenti ma non onnipotenti, non cercate il consenso altrove, guardate dentro di voi, sentite il baratro di una ambizione che vi può lasciare soli e sperduti. 

Ogni giorno gli sconfitti, quelli che avevano torto e quelli che avevano ragione, urlano dai secoli remoti della storia, vi entrano nel sonno, torturano le vostre menti. Vi potrebbero aiutare, se fossero ascoltati, ad avere coraggio, a battervi per sconfiggere le illusioni, a non temere la fatica e l’incomprensione, a cercare con forza le soluzioni prima che diventi impossibile. 

Siete in una posizione favorevole per raggiungere dei risultati effettivi. Dovete pero avvalervi delle reali capacità di altri, ma non vi fidate perché non siete capaci di fidarvi.

Noi perdenti ci godiamo la gratitudine, quando la riceviamo, il nostro minuscolo angolo di mondo, le nostre compagnie sentimentali. Non venite a disturbarci nell’ultima spiaggia che ci rimane. Alleatevi pure tra di voi, nemici del nulla, vuoti di tutto. 

Noi non abbiamo odio, sentiamo tutti insieme una solitudine generosa, noi sapremo asciugare le lacrime, amarci ancora e sempre

Prima di chiudere però voglio dirvi: ribellatevi a chi vi controlla, calpestate se occorre i vostri interessi, rifiutate di obbedire a chi ritenete sia nel torto, non amate la carriera ma il ricordo che lascerete, siate politici delle sorprese, delle soluzioni originali, delle alleanze imprevedibili, delle previsioni coraggiose. 

Cercate dappertutto le intelligenze, non le convenienze che vi servono,  incoraggiate, favorite i giovani ma non regalate loro nulla, non umiliate chi tenta strade nuove nella propria vita, orientate la gente a scelte utili, favorite chi fa fatica, sorprendete, sorprendete nel bene, cercate di provocare sorrisi. 

Ma soprattutto amate le idee degli altri, anche quelle degli avversari, dai quali sicuramente avete qualcosa da imparare.

[di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]