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Coprifuoco e più carbone: Draghi mette a punto il piano di emergenza per l’energia

Sull’onda del crescente timore di un eventuale stop definitivo all’erogazione del gas verso l’Europa da parte della Russia, il governo Draghi starebbe lavorando ad un piano di emergenza da attivare in inverno in caso di chiusura dei rubinetti. A riportare l’indiscrezione sono diversi quotidiani nazionali, secondo cui il piano prevedrebbe non solo interventi sul riscaldamento domestico e sull’illuminazione nelle città, ma anche un maggiore utilizzo delle centrali a carbone e l’ipotesi coprifuoco per uffici pubblici, negozi e locali.

L’Italia al momento è in stato di pre-allarme, il primo di tre livelli emergenziali. Come sottolineato [1] dal quotidiano La Repubblica, però, se si dovesse entrare effettivamente in fase d’emergenza, fino a quando il gas russo non dovesse essere sostituito da forniture provenienti da altri paesi produttori verrebbero attuate tutta una serie di misure. Tra queste, innanzitutto il maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità – la cui chiusura era prevista per il 2025 e che nelle ultime settimane hanno già coperto l’8% di fabbisogno di energia elettrica – oltre alla interruzione per un periodo limitato delle forniture alle industrie più energivore, come cementifici ed acciaierie.

Da citare poi la riduzione dei consumi: ai limiti già imposti alle temperature negli uffici pubblici, che non potranno essere superiori ai 19 gradi di inverno e inferiori ai 27 d’estate fino al 30 aprile 2023, potrebbero aggiungersi quelli relativi alle abitazioni e agli uffici privati, cui si potrebbe chiedere di ridurre di 2°C la temperatura dei termosifoni. Vi sarebbe poi la fissazione di paletti relativi alle ore di accensione durante la giornata, mentre per quanto concerne la questione illuminazione pubblica dovrebbero essere spenti i lampioni sulla rete stradale cittadina ed extra-urbana, così come dovrebbe scattare il “coprifuoco” per l’illuminazione di monumenti ed edifici storici.

Il concetto di “coprifuoco” dunque sembrerebbe tornare ad essere al centro delle misure imposte dal governo, e non consisterebbe solo in uno stop all’illuminazione ma anche in vere e proprie chiusure anticipate. Secondo quanto riportato [2] dal quotidiano Il Messaggero, infatti, in casi estremi gli uffici pubblici potrebbero dover chiudere alle 17:30, i negozi alle 19:00 ed i locali alle 23:00. I fantasmi del passato quindi sembrano riaffiorare, con alcune delle restrizioni già imposte durante l’emergenza sanitaria che potrebbero tornare ad essere attuali sull’onda di una nuova emergenza, quella energetica.

[di Raffaele De Luca]