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Sri Lanka, i cittadini occupano il palazzo e cacciano il Presidente

Le proteste in corso da settimane nello Sri Lanka sono sfociate sabato in un assalto all’abitazione del presidente Gotabaya Rajapaksa, accusato dai manifestanti di essere il maggior responsabile della crisi economica che il Paese sta vivendo. Le decine di migliaia di persone giunte negli scorsi giorni nella capitale, Colombo, per chiederne le dimissioni insieme a quelle del primo ministro – nelle ultime 48 ore – hanno circondato e fatto irruzione nella residenza del Presidente, che è fuggito in elicottero. Lo scenario si è ripetuto anche davanti ad altri palazzi del potere come il segretariato del Ministero della Finanze e la residenza del premier Ranil Wikremeshinghe, data ieri alle fiamme.

Inizialmente la polizia aveva provato a reprimere le manifestazioni con la forza, ma con il passare delle ore i manifestanti sono diventati sempre più numerosi e la risposta degli agenti si è fatta sempre più debole. Dalle foto e dai video pubblicati sui social network, si vedono moltissime persone circondare ed entrare nel palazzo presidenziale senza incontrare resistenza. Un video ritrae anche decine di manifestanti che occupano scale, corridoi e che si tuffano nella piscina residenziale, avvolti in bandiere singalesi.

Il Paese sta vivendo ancora una situazione di grande caos e non è del tutto chiaro cosa succederà nei prossimi giorni. Secondo quanto riferito dal deputato d’opposizione Rauff Hakeem, è stata raggiunta un’intesa in base alla quale il Presidente del Parlamento assumerà la carica di Presidente temporaneo e lavorerà per un governo ad interim. Tuttavia, nonostante la decisione di lasciare l’incarico da parte del premier e del Presidente, per la rinuncia effettiva serve aspettare fino a mercoledì 13 luglio.

Quelle in corso vengono considerate proteste senza precedenti nella storia dello Sri Lanka e lo stesso vale per la crisi economica che le ha innescate, la peggiore dal 1948, quando il Paese ottenne l’indipendenza dal Regno Unito. Basti pensare che il tasso d’inflazione annuale ha raggiunto il 21 per cento. È per questi motivi che da aprile, il malcontento generale della popolazione è sfociato in violente manifestazioni contro il governo, accusato non solo di non aver saputo gestire la situazione, ma di aver contribuito ad aggravarla.

[di Iris Paganessi]