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Gli ambientalisti pugliesi sono riusciti a fermare la prima grande opera del PNRR

Il TAR della Puglia ha sospeso il progetto per la nuova rete ferroviaria nella zona di Lama San Giorgio, a sud di Bari: si tratta della prima sospensione legata a un grande progetto da realizzare con i fondi del PNRR. I giudici hanno infatti accolto l’istanza cautelare del Comune di Noicattaro e del comitato di privati cittadini “Le Vedette della Lama”. I ricorrenti lamentano che il progetto preveda il passaggio del tratto ferroviario in una zona del Comune dove si trovano alberi secolari e insediamenti archeologici risalenti al neolitico e nella quale, da oltre 20 anni, si cerca di istituire un parco regionale protetto. L’ordinanza del TAR sottolinea che i pareri tecnici forniti per la realizzazione dell’opera non fornirebbero adeguate motivazioni alla presunta “assenza di alternative localizzative e/o progettuali”, le quali “sembrerebbero invece essere emerse nel corso del procedimento”. La Regione ha ora tre mesi di tempo per rivedere il progetto.

Essendo la prima sospensione legata a un grande progetto del PNRR, non è da escludere che questa possa costituire un precedente per le numerose altre opere da realizzare lungo lo Stivale entro gli stringenti tempi imposti dall’Unione europea. In questo caso ad entrare in conflitto sono state due necessità territoriali distinte. Da un lato, quella di un nodo ferroviario a sud del capoluogo pugliese, di cui se ne parla da almeno 15 anni. Dall’altro, quella di istituire un parco regionale protetto per tutelare il territorio della Lama San Giorgio. Sono circa 20 anni che la Regione discute di quest’ultima possibilità e, nonostante il valore ecologico dell’area in questione sia noto da sempre, né la soprintendenza, né i ministeri della Cultura o dell’Ambiente si sono opposti all’approvazione della nuova linea ferroviaria. Secondo i giudici del tribunale amministrativo “l’assenza di alternative localizzative e/o progettuali” non sarebbe stata giustificata in modo adeguato da pareri tecnici. Tra, l’altro, delle alternative sono state indicate, ma, senza un motivo apparente, del tutto ignorate.

La Regione Puglia fa sapere che procederà con un ricorso al Consiglio di Stato affinché la decisione del TAR venga annullata. È inoltre probabile che il provvedimento possa essere impugnato dalla presidenza del Consiglio dei ministri considerando, come anticipato, il forte rischio che la sospensione crei un pericoloso precedente. Ad esempio, una sua conferma potrebbe significare dei potenziali ritardi sulle già stringenti tempistiche Ue. I fondi di ripresa, infatti, sono vincolati ad un completamento delle opere previste entro il 2026. Importanti modifiche al progetto, in questo caso, richiederebbero un nuovo procedimento amministrativo che rischierebbe di far slittare significativamente la tabella di marcia. Cosa accadrebbe se iniziassero poi ad accumularsi sospensioni per progetti finanziati dall’Europa e da completare nel giro di quattro anni scarsi? Indubbiamente, il caos. Più probabile quindi che il territorio della Lama San Giorgio venga presto attraversato da binari nuovi di zecca. E, forse, come teme il sindaco di Noicattaro, anche dalla strada statale 16, opera dall’alto impatto ambientale che potrebbe ottenere il via libera proprio sull’onda dell’approvazione dell’infrastruttura ferroviaria.

[di Simone Valeri]