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San Basilio, cittadini colpiti dalle denunce dopo la protesta per il diritto alla casa

In questi giorni agli abitanti di San Basilio, quartiere della zona nord-orientale di Roma, sono state notificate alcune decine di denunce per i fatti risalenti al marzo scorso. In quell’occasione i residenti avevano dato il via a una manifestazione spontanea di protesta per via degli sgomberi messi in atto dalla prefettura e definiti come azione di contrasto alla “criminalità organizzata dei clan”. Tuttavia, come riportano gli attivisti del sindacato degli inquilini Asia-Usb e le associazioni di quartiere, ad occupare gli stabili sono “famiglie di lavoratori oneste che sono entrate negli alloggi in seguito a gravi difficoltà economiche e abitative”.

Nella serata di giovedì 10 marzo una cinquantina di abitanti di San Basilio, tra i quali anche alcune famiglie con bambini, sono scesi [1] in piazza per un corteo spontaneo non autorizzato, dopo essersi ritrovati per un’assemblea pubblica in piazza della Balena. Oggetto di entrambe le iniziative erano gli sgomberi messi in atto su ordine del prefetto Matteo Piantedosi, i quali in un primo momento avevano in oggetto case occupate da individui appartenenti a clan ‘ndranghetisti di San Basilio, ma hanno poi coinvolto gli alloggi occupati abusivamente da famiglie indigenti. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo si sono susseguiti diversi blitz delle forze dell’ordine che hanno liberato gli alloggi dagli occupanti, in moltissimi casi nuclei con presenza di minori. Gli alloggi, di proprietà dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) di Roma, si trovano ad oggi ancora sotto sequestro e non sono stati riassegnati.

Alcuni sgomberi sarebbero inoltre avvenuti [2] in violazione di una norma approvata dalla Regione Lazio stessa, ovvero la Legge di regolarizzazione votata dal Consiglio regionale il 27 febbraio 2020. Secondo tale normativa è prevista la regolarizzazione amministrativa per chi è residente nell’alloggio alla data del 23 maggio 2014, mentre per gli altri sono previsti bandi per l’assegnazione di alloggi destinati all’assistenza abitativa con la sospensione per 24 mesi del rilascio dell’immobile stesso. Secondo la denuncia di Asia-Usb, tale normativa non viene applicata né dal Comune né dall’Ater.

Ai fatti di marzo sono seguite ora decine [3] di denunce a carico degli abitanti e degli attivisti di Asia-Usb, che si vedono contestati reati tra i quali radunata sediziosa, manifestazione non autorizzata, disturbo della quiete e così via. “In questo Paese vi è il palese tentativo di bloccare ogni forma di dissenso stroncandola sul nascere” scrive il sindacato in un comunicato, sottolineando come a finire nel mirino della repressione governativa siano “tutte quelle fasce deboli che nel dibattito pubblico non hanno né rappresentanza né voce in capitolo“. Le associazioni e i sindacati degli inquilini presenti il giorno della manifestazione sottolineano tutte come gli occupanti abusivi siano soggetti in condizioni di disagio abitativo e lavorativo, non criminali. La presenza di un alto numero di minori nelle case sanciscono l’ulteriore gravità delle operazioni di sgombero messe in atto.

[di Valeria Casolaro]