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Piombino, migliaia di persone in piazza contro il rigassificatore

Oltre duemila persone hanno manifestato per le vie del centro di Piombino nel giorno del Consiglio comunale straordinario per ribadire il no della città all’impianto di rigassificazione che dovrebbe occupare il porto cittadino per volere del governo Draghi. I manifestanti, forti anche dell’appoggio del sindaco della città, intendono contrastare un’opera che considerano inquinante e a forte impatto negativo sul turismo. Si tratta di un impianto che serve a riportare allo stato gassoso il gas liquido d’importazione, che in Italia arriverebbe principalmente dagli Stati Uniti. Secondo le stime, l’opera nel porto di Piombino dovrebbe essere in grado di trattare 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno (il 6,5% del fabbisogno nazionale) contribuendo in modo decisivo, nelle intenzioni del governo, a diminuire la dipendenza da Mosca, anche alla luce del probabile embargo che potrebbe arrivare dall’Unione europea nei prossimi mesi, facendo [1] seguito a quello parziale di maggio.

A inizio giugno, Mario Draghi ha nominato [2] il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani Commissario straordinario per i rigassificatori (unitamente a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna). Giani, presente al Consiglio comunale straordinario e fortemente contestato – al punto da aver lasciato la città con la scorta – ha promesso ai cittadini che l’impianto rimarrà per «soli due o tre anni» e che vi saranno ampie compensazioni economiche da parte del governo. A meno di stravolgimenti, a settembre arriverà nel porto di Piombino una nave rigassificatrice di 293 metri che avrà il compito di ridurre la dipendenza dal gas russo, per abbracciare invece gli approvvigionamenti provenienti dagli Stati Uniti. Nel 2021, circa 29 miliardi di metri cubi di gas hanno rifornito le coste europee: in testa Regno Unito e Spagna – con 6 miliardi di metri cubi – seguite da Olanda e Francia. In Italia, non è stato invece sfondato il muro del miliardo, nonostante i tre rigassificatori attivi nella penisola (Livorno, La Spezia e Rovigo). Decisivi nell’indirizzare le scelte di Roma sono stati i contatti con Algeria e Russia basati sui gasdotti che attraversano il Mediterraneo e il Mar Nero. Una tendenza, quella del Gln, destinata comunque a essere invertita in futuro, come dimostrano gli 11 miliardi di metri cubi (la metà provenienti da Washington) importati in Europa nel 2022 nel solo mese di gennaio.

[di Salvatore Toscano]