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Quanti follower servono di preciso per ottenere la cittadinanza?

La risposta è: 142 milioni e 600 mila. Tanti ne ha Khaby Lame, star del social TikTok, sulla quale recentemente è divenuto il creator più seguito al mondo. Di origini senegalesi, 22 anni, da quando ne ha uno vive con i genitori in Italia, fino ad ora non era mai riuscito a ottenere la cittadinanza italiana. Fino al 2020 di mestiere faceva l’operaio, poi lo scoppiare della pandemia ha costretto lui, come tanti altri, a casa senza reddito. E così, un po’ per caso, è iniziata la carriera da tiktoker, che lo ha portato presto a scalare la vetta dei profili più visitati al mondo. All’inizio di giugno la questura di Milano lo ha convocato per portare a termine le pratiche riguardo la richiesta di cittadinanza, procedura dalle tempistiche inspiegabilmente lunghe in Italia. Ma per fortuna a rassicurare Lame ci ha pensato il sottosegretario di Stato all’Interno Carlo Sibilia, con un post su twitter che non è passato inosservato alle decine di utenti della piattaforma che da anni sono in attesa di ottenere i documenti.

Il percorso per diventare a tutti gli effetti cittadino italiano è estremamente lungo e accidentato: sono necessari 10 anni di residenza sul territorio prima di poter avanzare la richiesta, che può comportare tempi di attesa fino a 3 anni [1] (con il precedente decreto voluto da Salvini i tempi di attesa potevano slittare a oltre 4 anni [2]). Bisogna poi dover sottostare a requisiti precisi, quali il disporre di un reddito adeguato e avere la fedina penale pulita. Questo perché la cittadinanza non è concepita nei termini di diritto, ma di concessione che viene fatta dallo Stato in base all’effettivo interesse della comunità a ricevere il nuovo cittadino.

Recentemente, le difficoltà e i ritardi nell’ottenimento dei documenti hanno impedito al tiktoker di successo Khaby Lame di partecipare a un viaggio di lavoro negli Stati Uniti. Un inconveniente seccante e comune alle centinaia di migliaia di residenti stranieri in Italia, che da anni attendono la concessione dello status di cittadino. Tuttavia Lame non è certo un cittadino come gli altri: i suoi follower gli valgono circa 2,3 miliardi di visualizzazioni sui social. Un bel bacino d’utenza, che non è di certo passato inosservato alla politica. Sarà forse per questo che il sottosegretario di Stato all’Interno Sibilia, con inedito slancio, ha provveduto a rassicurare Lame con un tweet: non preoccuparti, i tuoi documenti sono quasi a posto.

Il tweet non è passato inosservato a decine di utenti, che hanno immediatamente sottolineato l’ipocrisia di un tale comportamento. “Mi piacerebbe sapere quanti tweet simili ha indirizzato a cittadini nelle stesse condizioni di Khaby” ha scritto un’utente, mentre un’altra ragazza segnala “Salve sig. Sibilia, anche a me piacerebbe avere la cittadinanza ma non sono una famosissima tiktoker e non ho il reddito abbastanza alto da potermi permettere di compilare la domanda per la concessione della cittadinanza. Sono qui da 20 anni e studio all’università. Può emanare anche per me un decreto di concessione?”.

Non è giusto che una persona che vive e cresce con la cultura italiana per così tanti anni ed è pulito, non abbia ancora oggi il diritto di cittadinanza. E non parlo solo per me.  Il visto e magari la cittadinanza mi renderebbero le cose più facili, ma non sarei contento pensando a tutte quelle altre persone che magari sono anche nate in Italia e non hanno lo stesso diritto” ha dichiarato Lame in un’intervista [6] rilasciata a La Repubblica. A noi non resta che congratularci con Lame per essere arrivato alla conclusione di un percorso a ostacoli che lascia molti indietro. E constatare, per l’ennesima volta, che parità dei diritti e tornaconto politico non possono convivere sotto lo stesso tetto.

[di Valeria Casolaro]