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Monsanto sconfitta davanti alla Corte Suprema USA: il glifosato causa tumori

Negli Stati Uniti, la multinazionale Monsanto, di proprietà della Bayer, è stata nuovamente sconfitta in tribunale in relazione all’ennesimo contenzioso sul glifosato. Il massimo organo di giustizia statunitense, la Corte Suprema, ha bocciato un ricorso del colosso tedesco, rigettando [1] la sua richiesta di riesaminare la sentenza che le impose un risarcimento di 25 milioni di dollari a favore di Edwin Hardeman [2]: dopo che gli venne diagnosticato il linfoma non-Hodgkin – tumore maligno del sistema linfatico -, nel maggio 2021, l’uomo settantenne riuscì a fare valere il nesso di causalità tra la malattia e Roundup, diserbante a base di glifosato prodotto appunto dalla Monsanto, da lui utilizzato per quasi trent’anni.

Il glifosato è una sostanza chimica utilizzata ampiamente nei prodotti fitosanitari impiegati principalmente nell’agricoltura e nell’orticoltura, al fine di combattere le erbe infestanti e nocive per le colture. Principio attivo del diserbante Roundup, il glifosato è una sostanza piuttosto controversa in quanto, se l’Iarc [3] (Centro internazionale per la ricerca sul cancro) l’ha inserita nella lista di sostanze “probabilmente cancerogene” nel 2015, l’efsa [4] (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha definito “improbabile” tale pericolo. Così come l’ECHA [5] (Agenzia europea per le sostanze chimiche), la quale ha dichiarato di non essere in possesso di prove scientifiche per classificare la sostanza come cancerogena.

Negli Stati Uniti, tuttavia, un tribunale federale ha stabilito che l’EPA (Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti) debba riconsiderare il fatto che il glifosato rappresenti un rischio per la salute di esseri umani e animali. Di conseguenza, Bayer è stata condannata per non aver mai sufficientemente esplicitato i rischi legati al suo utilizzo. I gruppi ambientalisti avevano già contestato la decisione dell’amministrazione Trump nel 2020 [6], la quale aveva concluso che il prodotto non causasse il cancro e non danneggiasse la fauna selvatica. Oggi l’EPA viene quindi incolpata di aver sottovalutato i possibili rischi per la salute con l’impiego della sostanza e, per questo motivo, la Corte d’appello degli Stati Uniti ha deciso che dovrà riaprire la procedura di valutazione. 

Tornando alla causa di Edwin Hardeman [7], l’azienda era già stata condannata a versare 25,3 milioni di dollari come risarcimento nel 2019. Sicuramente la recente decisione della Corte Suprema scoperchierà il cosiddetto “vaso di Pandora” con altre azioni legali. Ad oggi, infatti, sono oltre 30mila le denunce simili depositate nei tribunali degli Stati Uniti: per farvi fronte, Bayer ha già messo da parte 6,5 miliardi di dollari. L’azienda ha però espresso il suo più totale disaccordo e la volontà di continuare a produrre e commercializzare il diserbante Roundup. Secondo la multinazionale non è necessario indicare alcun avvertimento particolare sui prodotti a base di glifosato, in merito a possibili rischi oncologici.

[di Eugenia Greco]