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Bananas!, il documentario che svela il lato oscuro dietro la produzione di banane

Un documentario del 2009 della durata di 87 minuti diretto dal regista, produttore e giornalista svedese Fredrik Gertten. Il film è stato insignito del Fuf-award, un premio annuale che la Svezia assegna alle iniziative particolarmente significative che sostengono e promuovono lo sviluppo globale sostenibile. Bananas! Racconta lo sfruttamento dei lavoratori nelle piantagioni di banane e quanto l’uso di pesticidi dannosi ed illegali viene massicciamente impiegato soprattutto in Nicaragua e in tutta l’America Latina, nei Caraibi, in Asia e in Africa, dove le multinazionali della coltivazione delle banane investono i loro capitali, in un clima di «capitalismo predatorio» strutturato principalmente sul profitto ad ogni costo. La coltivazione delle banane nel Centro America può essere ormai considerata la prima forma di colonizzazione economica nella storia del capitalismo moderno.

Attraverso la storia del primo processo ad una grande multinazionale per l’uso irresponsabile di prodotti estremamente dannosi come il Dibromo-Cloro-Propano (DBCP), prodotto dalla statunitense Dow Chemical Company e  conosciuto anche come Negamon, che causa tumori, malattie renali e infertilità. Vietato negli Stati Uniti dal 1977 se ne permette però, la sua fabbricazione solo per l’esportazione e l’utilizzo principalmente nei paesi del Terzo Mondo. Dopo aver visto un servizio giornalistico della CNN su Chinandega in Nicaragua, l’avvocato Juan José Dominguez, specializzato in cause su infortuni e incidenti sul lavoro, per lo più “pro bono” a favore di clienti svantaggiati e non in grado di pagare un avvocato, sottolineando il suo intervento con uno slogan “made in USA”: «Se non vinciamo non pagherai nulla. E’ giusto cosi!», decide di recarsi sul posto organizzando una vera e propria campagna informativa contattando e riunendo lavoratori ed ex lavoratori per dare voce e giustizia ai migliaia di coltivatori di banane nicaraguensi battendosi in un processo lungo più di 5 anni.

Il regista Fredrik Gertten segue l’avvocato Domínguez, americano di origini cubane, mentre rappresenta 12 lavoratori di una piantagione di banane del Nicaragua in una causa per danni contro il loro datore di lavoro, la Dole Food. I lavoratori accusano Dole di aver loro causato nel 1982, gravi patologie attraverso l’uso del pesticida DBCP usato per proteggere le colture di banane. I comprovati effetti nocivi di questa sostanza chimica, vietata già 5 anni prima negli Stati Uniti, di cui la Dole era ben consapevole, sono stati completamente ignorati e si è continuato ad esporre i dipendenti al pesticida. In un classico scenario alla David e Golia, nonostante l’avvocato di Dole cerchi di screditare i lavoratori definendoli analfabeti, alcolisti e bugiardi, Golia sarà alla fine abbattuto: la giuria riconoscerà che la Dole aveva agito con dolo e sconsiderata indifferenza e la condannerà al pagamento dei danni per 2,5 milioni di Dollari.

Nel 2011, Gertten ha poi diretto il film Big Boys Gone Bananas! Basato esclusivamente sulla controversia con Dole. Presentato in anteprima al Sundance Film Festival e proiettato anche ai festival cinematografici di Toronto, IDFA e Berlinale, ha raggiunto ormai un pubblico in più di 80 paesi, ma quanto ancora non facciamo per capire veramente cosa nascondono quelle accattivanti cataste di banane ben allineate nel reparto frutta dei supermercati? Nascondono le condizioni di vita di operai per lo più semi analfabeti, sfruttati e costretti a lavorare in condizioni non molto diverse da quelle degli schiavi nelle famigerate piantagioni di cotone. Continuamente a contatto diretto con  i pericolosissimi pesticidi, si stima che oltre 10.000 lavoratori del solo Nicaragua siano stati danneggiati gravemente da questa continua esposizione..

Gli eventi successivi al completamento del film e i preparativi per la sua uscita nel circuito dei festival sarebbero di per sé degni di un documentario. Dole Food ha cercato di impedire la proiezione del film accusando Gertten di diffamazione. Il regista ha rivendicato il suo diritto alla libertà di espressione, ma ciò non ha impedito a Dole di intraprendere un’azione legale. Solo dopo che il parlamento svedese ha espresso preoccupazione per i tentativi dell’azienda frutticola di  imporre la censura ha ritirato la denuncia. Il documentario è disponibile su Netflix.

[di Federico Mels Colloredo]