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La produzione di foie gras è una pratica barbarica ancora accettata

L’alimentazione forzata, pratica utilizzata per ottenere il foie gras è vietata in 22 Paesi europei che hanno riconosciuto la natura brutale dell’alimentazione forzata cui le oche sono sottoposte. Una misura di rispetto per il benessere animale che ora è a rischio, dopo che il Parlamento europeo ha approvato una relazione proposta da Jérémy Decerle, deputato della nazione maggiormente produttrice del “fegato grasso”, la Francia. La relazione sentenzia che la produzione di foie gras sia rispettosa per oche e anatre, animali da cui viene ottenuto l’alimento: “La produzione di foie gras, si basa su procedure di allevamento che rispettano i criteri di benessere degli animali […] dove l’ingrasso rispetta i parametri biologici dell’animale”. È quanto specifica il punto 31 della relazione approvata dal Parlamento, in quella che è e rimane solo una teoria ben distante da ciò che è ormai stato dimostrato [1] essere una pratica barbarica. Svariati studi hanno messo in evidenza la dannosità dell’alimentazione forzata ed è intuitivo quanto ingozzare animali molto più del necessario sia dannoso e provochi gravi conseguenze fisiche, causando una vita di sofferenze alle vittime di un allevamento notoriamente crudele.

L’alimentazione forzata: il vero prezzo da pagare per il prelibato piatto francese

Il foie gras è uno dei cibi più prelibati della cucina francese, ma il modo in cui viene ottenuto è tutt’altro che sopraffino. Il prodotto tanto noto è frutto di una pratica contro cui svariate organizzazioni animaliste combattono da tempo. L’osannato “fegato grasso” viene infatti ottenuto dalla cosiddetta gavage a cui sono sottoposte oche e/o anatre. Attraverso l’alimentazione forzata il fegato degli animali cresce in maniera spropositata, causando la steatosi ovvero un significativo aumento di grassi nelle cellule epatiche.

Le cellule epatiche sono le principali strutture del fegato, ghiandola fondamentale per il metabolismo. Con l’alimentazione forzata sopraggiungono problemi e patologie, proprio come la steatosi, legati all’accumulo di trigliceridi nelle cellule epatiche che possono portare alla morte delle cellule (necrosi). Eppure i produttori e a quanto pare anche il Parlamento Europeo, tendono a sostenere che nella produzione del foie gras non esista alcun tipo di crudeltà; gli animali vivrebbero senza gravi sofferenze o importanti conseguenze salutari. Eppure “l’ingozzamento” di anatre e oche avviene due o tre volte al giorno durante due settimane per le prime e tre settimane per le seconde. Gli animali assumono forzatamente una quantità di cibo molto maggiore di quella davvero necessaria, tanto che il loro fegato cresce fino a dieci volte più del normale.

Motivo per cui Animal Equality e diverse altre organizzazioni per la protezione dei diritti animali stanno facendo pressioni per respingere l’insensata relazione proposta da Decerle. Questo perché dalle forze politiche, nonostante studi volti a mostrare il contrario, si continua a credere alle teorie di un eurodeputato piuttosto che all’evidenza, in quel che è stato battezzato [2] come un vero e proprio humanwashing.

[di Francesca Naima]