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Torino vuole diventare la capitale europea dell’industria della guerra

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione in cui si chiede che la città diventi sede del cosiddetto “acceleratore” NATO per l’innovazione della difesa (DIANA), un progetto che ha come obiettivo lo sviluppo militare dell’Alleanza entro il 2030 per fronteggiare “esistenti e future minacce esterne”. La mozione impegna il sindaco e la giunta torinese a sostenere “la nascita di industrie militari tecnologicamente innovative“, trasformando la città – con il coinvolgimento della principale azienda italiana di armi Leonardo – nella capitale europea del settore. In questa direzione, si inserisce la scelta di Leonardo di lanciare a Torino lo scorso maggio l’Acceleratore di startup “Takeoff” dedicato al mondo aeronautico con l’obiettivo di finanziare i progetti nascenti.

La mozione è stata approvata [1] a larga maggioranza, con 21 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astenuto. L’esito non dovrebbe sorprendere, data [2] la presenza massiccia del Pd all’interno del Consiglio comunale. Dall’inizio della guerra in Ucraina, il partito guidato da Enrico Letta ha sostenuto l’invio di armi a Kiev e ribadito l’impegno nei confronti della NATO. Gli unici voti contrari sono arrivati dal M5S, con Lega e Sinistra ecologista che si sono limitati a non partecipare alla votazione, pur presenti in Aula. Durante la stessa seduta, il Consiglio comunale di Torino ha inoltre approvato [3], con 24 voti favorevoli 2 contrari, un ordine del giorno al sapore consolatorio per tutti coloro che avrebbero voluto una svolta diversa per la città. Si tratta del sostegno al Trattato ONU che mette al bando le armi nucleari (TPNW) e di adesione alla Campagna “Italia, Ripensaci”, promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e da Senzatomica.

[Di Salvatore Toscano]