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Recensioni indipendenti: IMPA, quando gli operai fanno la storia (documentario)

Un documentario di 85 minuti scritto e diretto dal ricercatore di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Genova Diego Scarponi. Il film ha ricevuto il sostegno dell’INCAA (Istituto Nazionale Argentino del Cinema e delle Arti Audiovisivi e della Film Commission Torino Piemonte. Disponibile sulla piattaforma streaming indipendente Openddb [1]. IMPA, chiamato “La Fábrica, Ciudad Cultural“, o come lo definiscono gli Argentini “IMPA enamora”(IMPA ti fa innamorare) evidenziando quanto questo sia un luogo che crea fascinazione e ammirazione in tutti coloro che lo vivono e lo visitano. Un laboratorio multiculturale situato al 4290 di Querandíes Street, nel popoloso quartiere di Almagro a Buenos Aires. L’IMPA (Industrias Metalúrgicas y Plásticas Argentina) fu fonata negli anni 20 come fabbrica per realizzare biciclette, complementi di aeroplani, e altri oggetti in alluminio, dando lavoro, negli anni 50, a circa 3.000 operai. Con il passare degli anni e a seguito dei tanti drammatici eventi verificatisi in Argentina, guerre civili, colpi di stato, dittature e una gravissima crisi economica, la fabbrica è stata smantellata e in parte abbandonata, solo un piccolo settore dell’enorme edificio è ancora in attività e continua a produrre contenitori, tubetti, vassoi usa e getta e altri prodotti sempre in alluminio, dando lavoro a meno di 50 operai.

Nel 1998, quando la fabbrica stava per chiudere a causa dei debiti, fu deciso fin da subito di occuparla e di condividere gli spazi lasciati ormai inutilizzati, con il quartiere che ospita lo stabilimento e trasformarli, per tutta Buenos Aires, in un centro di socialità, cultura ed educazione. Nasceva così la più antica fabrica «recuperada» e autogestita da lavoratori autonomi dell’Argentina. Oggi la cooperativa conta circa 50 soci che, costretti a combattere continuamente con la mancanza di elettricità, a causa della difficoltà economica nel pagare la fornitura elettrica, riescono comunque a portare avanti tutte le attività: una scuola (riconosciuta dallo Stato Argentino dopo 8 anni di dure lotte), un’università popolare, un teatro, quattro compagnie teatrali, emittenti  radio e TV, laboratori d’arte di  musica e danza a cui si affiancano palestre e decine di altri laboratori,  nonché un museo della fabbrica gestito dagli stessi operai e aperto una volta al mese. Scarponi riprende le varie attività che si svolgono all’interno dell’edificio nella loro quotidianità, limitando le interviste e privilegiando il racconto tramite la semplice osservazione, rendendoci così ancora più partecipi e coinvolti.

Il documentario IMPA, ci mostra tutto questo con suggestive immagini e un fervido muoversi di persone impegnate a far funzionare questo piccolo miracolo, nel continuo scenario di grandi spazi cui un progetto di recupero archeo-industriale ha dimostrato tutto il suo valore trasformandosi in polo sociale e culturale usufruibile da tutti. L’Argentina è per sua natura multietnica e nonostante la sua tormentata storia, è sempre stata una terra meta di immigrazioni. Ciò la rende particolarmente ricca di contaminazioni culturali e una iniziativa come il centro IMPA non può che fiorire e svilupparsi. Un mosaico in costante evoluzione di persone, suoni, musica, interazione e collaborazione comune, formando una realtà culturale tangibile che deve continuare a tutti i costi, perché una cosa come IMPA deve esistere e resistere anche se può sembrare un’utopia.

[di Federico Mels Colloredo]