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In Australia è stata scoperta la pianta più grande del mondo

In Australia è stata scoperta [1] la più grande pianta mai conosciuta sulla Terra. Si tratta di un immenso prato sottomarino esteso come una grande città, al largo delle coste australiane. L’enorme alga in questione occupa circa 200 chilometri quadrati, per fare un confronto la città di Napoli è grande 117 km quadrati e anche Milano si ferma a 181. I ricercatori, analizzando la creatura con test genetici hanno appurato che si tratta di un solo esemplare.

Le alghe in questione ricoprono circa 200 chilometri quadrati e sono state scoperte casualmente nelle acque di Shark Bay, nell’Australia occidentale. I ricercatori della University of Western Australia e della Flinders University, infatti, avevano deciso di perlustrare l’area al fine di comprenderne la varietà genetica, ma durante la ricerca hanno scoperto che la flora presente deriva da un’unica pianta: un esemplare di Posidonia australis. A quanto pare, la piantina colonizzatrice è stata in grado di svilupparsi e diffondersi in un ambiente poco profondo e con sedimenti sabbiosi, ma come questa sia riuscita a sopravvivere così a lungo, adattandosi alle mutevoli condizioni ambientali e ai punti del mare che differiscono molto per salinità e temperatura, rimane un mistero. La pianta, infatti, dimostra di avere sviluppato una resilienza a condizioni variabili e spesso estreme che le permetteranno di sopravvivere ancora a lungo.

La ricerca spiega che l’esemplare originario si sia esteso utilizzando i rizomi – fusti in grado di crescere sotto terra e di immagazzinare sostanze nutritive – di cui il team di esperti ha individuato la velocità di crescita, 35 centimetri l’anno, permettendogli di stimare l’età dell’immenso tappeto acquatico, 4500 anni. Ciò che rende questa Posidonia australis unica, oltre appunto alla grandezza, è il suo avere il doppio dei cromosomi rispetto ai suoi parenti oceanici. Questo significa che si tratta di un esemplare poliploide. La duplicazione dell’intero genoma attraverso la poliploidia – il raddoppio del numero di cromosomi – si verifica quando le piante “madri” diploidi si ibridano: la pianta contiene il 100% del genoma di ciascun genitore, invece di condividere il consueto 50%. L’anomalia fa dunque ipotizzare che per metà questi cromosomi provengano dalla Posidonia australis e per metà da una specie sconosciuta, e sarebbe proprio questa seconda ad averle fornito un grande vantaggio in termini di sopravvivenza. I ricercatori sono ora decisi ad approfondire la storia evolutiva e la genetica della pianta ma senza stravolgerla, in quanto, come un enorme prato sottomarino, è diventata l’habitat di numerose specie animali tra cui tartarughe, delfini, dugonghi, granchi e alcuni pesci.

[di Eugenia Greco]