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USA, UE e UK istituiscono un nuovo organo di indagine per i crimini di guerra russi

Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito hanno annunciato la creazione dell’Atrocity Crimes Advisory Group (ACA), organo pensato per prestare sostegno all’Ufficio del Procuratore generale dell’Ucraina (OPG) nelle indagini sui crimini di guerra messi in campo dalla Russia. Si tratta di un pool di esperti internazionali che fornirà supporto all’ufficio di Iryna Venediktova, procuratore generale dell’Ucraina, nel raccogliere materiale e giudicare l’esistenza di crimini di guerra messi in atto dalla Russia.

L’autorità responsabile del perseguimento dei crimini di guerra perpetrati dai russi nel corso del conflitto è infatti l’OPG. Come sostenuto [1] dal Segretario di Stato americano Antony Blinken, “Questa iniziativa sosterrà direttamente gli sforzi dell’OPG per documentare, conservare e analizzare le prove dei crimini di guerra e di altre atrocità commesse dai membri delle forze russe in Ucraina, in vista di un’azione penale”. Il Ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha poi aggiunto: “Siamo determinati a garantire che i responsabili delle vili atrocità commesse in Ucraina siano chiamati a risponderne. Il Regno Unito si è già impegnato chiaramente a sostenere l’Ucraina nelle sue indagini, anche attraverso il dispiegamento di esperti di crimini di guerra nella regione e lo stanziamento di fondi aggiuntivi per aiutare la Corte Penale Internazionale (CPI) nelle sue indagini. Ora stiamo intensificando i nostri sforzi attraverso questa iniziativa storica con i nostri partner negli Stati Uniti e  nell’Unione europea. Giustizia sarà fatta”.

Secondo quanto riportato nella comunicazione ufficiale, la presenza dell’ACA si è resa necessaria poiché, pur avendo gli operatori ucraini svolto “un lavoro eccellente, tuttavia la portata di ciò che sta accadendo ora è senza precedenti e sta ponendo enormi richieste all’OPG”. Il pool di esperti è composto di un gruppo consultivo che affianca l’OPG e da squadre mobili di giustizia (MJT) atte a condurre le indagini sul campo. Al momento, scrive il comunicato, per via della situazione in cui verte l’Ucraina il team risiede nel sud-est della Polonia, ma è già impegnato operativamente in missioni di breve durata sul territorio.

In Ucraina i processi per i crimini di guerra hanno preso il via verso la metà del mese scorso: il 13 maggio è infatti finito sotto accusa [2] il sergente russo ventunenne Vadim Shishimarin, accusato di aver deliberatamente ucciso un civile nel villaggio di Chupakhivka, nell’Ucraina nord-orientale, alla fine di febbraio. Il processo, durato neanche una settimana, si è concluso con la condanna di Shishimarin all’ergastolo.

Pur non collocandosi in contrasto con la giurisdizione di altri organi penali sovranazionali, come la Corte penale internazionale, il fatto che sia un tribunale interno ucraino a giudicare i crimini russi e la mancata esistenza di un organo di giudizio super partes non può non suscitare perplessità riguardo la conduzione imparziale di tali processi. Tanto più che, nel dichiarare il proprio esplicito appoggio alla parte ucraina, organismi come l’ACA esprimono implicitamente una chiara presa di posizione nel contesto del conflitto. Quello che si configura non sembra così essere un tentativo di valutare l’esistenza di effettivi crimini di guerra, ma quanto più di individuare colpevoli da portare alla sbarra.

[di Valeria Casolaro]