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In Spagna scoppia lo scandalo dei green pass falsi: acquistati da oltre duemila ricchi

La Brigada Provincial de Información, un reparto della polizia spagnola, ha scoperto e smantellato a Madrid il traffico di falsi certificati di vaccinazione contro il Covid-19. Secondo i risultati della Operación Jennifer, che ha visto anche l’intervento della magistratura, 2.200 persone appartenenti all’élite spagnola avrebbero deciso di non vaccinarsi, bypassando le restrizioni attraverso l’acquisto di falsi certificati di vaccinazione contro il Covid-19. Tra gli indagati ci sono importanti cantanti, musicisti, stelle del calcio, uomini d’affari, politici e personale medico di alto livello. Lo scandalo ha coinvolto persone che sono state aggiunte al Registro Nazionale di Immunizzazione in cambio di denaro. Tra questi anche il presidente di PharmaMar, José María Fernández Sousa-Faro, una delle più grandi aziende farmaceutiche in Spagna, che tra i suoi ambiti di ricerca ha anche i farmaci contro il Covid-19.

Soprannominati i camaleonti, gli agenti dell’Intelligence spagnola si sono finti simpatizzanti jihadisti, poi infermieri, medici e pazienti dell’ospedale universitario di La Paz per arrivare fino al leader dell’organizzazione, accusato di aver incassato, grazie all’aiuto di diversi intermediari e operatori sanitari della struttura, 200.000 euro a fronte di 2200 iscrizioni al Registro Nazionale di Immunizzazione. L’operazione, che ha portato per il momento a 15 arresti, è nata quando un poliziotto è entrato nel dark web e ha contattato un gruppo di salafiti (scuola di pensiero sunnita hanbalita) francesi fingendosi seguace. Così, quando gli è stato proposto di recarsi in Francia per un incontro, il poliziotto ha risposto: “Non ho un passaporto covid: non sono vaccinato. Allah non mi permette di mettere nulla di impuro nel mio corpo”. Il gruppo si è quindi offerto di procurargli una certificazione falsa per bypassare le restrizioni, indirizzandolo verso un canale Telegram contenente tutti i dettagli e arrivando dunque all’ospedale di La Paz, dove avvenivano fisicamente le registrazioni.

“All’inizio abbiamo pensato fosse una truffa, ma poi abbiamo notato l’effettiva violazione della sicurezza nel sistema, e non era nemmeno rilevabile”, ha dichiarato la polizia, che ha poi aggiunto: abbiamo motivo di credere “che le tariffe per acquistare i falsi certificati dipendessero dalla posizione sociale. Più era elevata e più il prezzo da pagare era alto“. Tra i 2200 accusati, ci sono Bruno González Cabrera – difensore che ha giocato per Betis, Getafe, Levante e Valladolid -, Fabio Díez Steinaker – atleta di beach volley secondo classificato in Europa e quinto ai Giochi Olimpici di Sydney – e l’ex pugile e lottatore valenciano José Luis Zapater, alias Titín, protagonista di più di mille combattimenti. A questi si aggiungono José María Fernández Sousa-Faro, presidente di PharmaMar, e Trinitario Casanova, uno degli uomini più ricchi della Spagna.

[Di Salvatore Toscano]