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I parlamentari di Alternativa hanno chiesto una commissione d’inchiesta sui vaccini

Un gruppo di parlamentari di Alternativa ha presentato una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione bicamerale di inchiesta sulla gestione della campagna vaccinale e sull’utilità ed efficacia dei vaccini. La proposta è stata avanzata per «ricercare le cause e le responsabilità a vari livelli sulle vaccinazioni anti-Covid» ci spiega al telefono Francesco Sapia, componente della Commissione Affari Sociali della Camera e autore della proposta di legge.

«Vogliamo che sia fatta luce sulle reazioni avverse e sul rapporto rischi/benefici dei vaccini nelle diverse fasi della pandemia, oltre a verificare se vi siano stati condizionamenti nella gestione della pandemia e le modalità di approvvigionamento delle partite vaccinali». L’intento, spiega Sapia, è quello di «riaprire il dibattito politico, soffocato dagli atteggiamenti dominanti», soprattutto a causa dell’altissimo numero di voti di fiducia [1] cui è ricorso questo governo «per proteggersi dalla propria maggioranza o dalle opposizioni di Fratelli d’Italia e di Alternativa, insieme a quelle di qualche altro componente fuoriuscito come Manifesta. Il dissenso, in questo momento, è imbavagliato».

«Io credo che sia una prerogativa dei parlamentari richiedere la verità» prosegue Sapia, «se il ministero della Sanità non ha problemi io non vedo la difficoltà a reperire i report vaccinali relativi ai soggetti deceduti, acquisire le schede Istat relative ai decessi o i dati necroscopici. Noi vogliamo sapere se c’è correlazione fra le morti improvvise e i vaccini, e se non c’è vogliamo appurarlo». Il riferimento è ai dati italiani sugli studi i quali, come ricorda il dott. Frajese durante la conferenza stampa [2], sono secretati. Nel citare gli ultimi studi sui vaccini, apparsi su riviste quali Nature The Lancet, Frajese mostra inoltre come le evidenze riportate discostino molto da quanto inizialmente affermato circa l’efficacia dei vaccini, che si sosteneva garantissero una copertura fino al 95% dal virus. La protezione offerta da due dosi si avvicinerebbe infatti di molto allo zero a sei mesi dalla somministrazione, mentre risulterebbe addirittura negativa dal settimo mese in poi. «Si tratta di un dato mai verificatosi nella storia di qualunque vaccino» afferma Frajese, evidenziando come tali dati profilino la possibilità di danni al sistema immunitario dei soggetti vaccinati.

«Altra cosa importante da indagare» prosegue Sapia «è perchè il piano pandemico non sia stato aggiornato. Confrontando i piani pandemici aggiornati di altre nazioni, io ho dimostrato come altri Paesi fossero già pronti con mascherine FFP2 e quant’altro, mentre in Italia non esistevano i protocolli, nemmeno quelli per i medici. Venivano spesso cambiati, perchè non ce n’era uno da seguire». La lista di interrogativi ai quali il governo dovrebbe dare risposta, secondo Sapia, è molto lunga e passa per un chiarimento sull’andamento futuro della campagna vaccinale, sul persistere dell’esistenza del green pass, sulla somministrazione dei farmaci antivirali, l’obbligo di vaccinazione per i medici fino al 31 dicembre e molto altro.

«Va sottolineato come ogni volta che un parlamentare conduce un atto ispettivo, che è una sua prerogativa, il ministero non risponde mai. Non lo ha fatto sul piano pandemico, sulla richiesta di inviare ispettori per verificare la correlazione tra vaccini e morti improvvise e su molte altre cose. Si tratta di dati da verificare, noi non diciamo che la correlazione esista per certo, quello che è certo è che sono morte molte persone, anche soggetti giovani e sani. Sono interrogativi da porsi, considerato che stiamo portando avanti una campagna vaccinale e che sembra non esista altra via d’uscita alla pandemia. Eppure il governo non risponde mai, né per confermare né per smentire».

[di Valeria Casolaro]