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Due antichissime specie di delfini preistorici sono state scoperte in Svizzera

Gli scienziati dell’Università di Zurigo hanno scoperto due specie di delfini preistoriche. Questi, 20 milioni di anni fa, nuotavano nelle acque che coprivano la Svizzera, oggi una terra nel cuore dell’Europa, senza più alcuno sbocco sul mare. Il paese, infatti, faceva parte di un paesaggio insulare le cui parti basse (Mittelland) erano ricoperte dall’oceano pullulante di pesci, squali, delfini, cozze e ricci di mare. I ricercatori hanno [1] esaminato circa 300 fossili qui ritrovati e poi conservati in quattro musei svizzeri; si parla di frammenti di denti, vertebre e ossa rinvenuti negli strati dei sedimenti marini. Grazie all’individuazione delle ossa dell’orecchio interno, non facili da ritrovare ma importantissime per classificare le specie, sono riusciti a scoprire degli esemplari fino a oggi sconosciuti.

I reperti sono stati analizzati con la microtomografia computerizzata, tecnica di imaging 3D, la quale ha permesso di effettuare una ricerca meticolosa con la creazione di immagini estremamente precise dei tessuti più molli presenti attorno alle ossa dure dell’orecchio. Così facendo, gli esperti sono riusciti ad analizzare la capacità uditiva degli antichi animali e le loro preferenze relative all’habitat. In base ai dati e alle informazioni emerse è stato stabilito che le due nuove specie individuate appartengono ai gruppi dei kentriodontidi e degli squalodelfinidi, i quali possono essere collegati ai delfini attualmente esistenti e ai capodogli.

Questa è la seconda recente scoperta paleontologica riguardante animali marini in Svizzera. Poche settimane fa, infatti, gli scienziati hanno annunciato di essere riusciti a individuare la natura di alcuni reperti rinvenuti sulle Alpi svizzere fra il 1976 e il 1990. Si tratta dei resti di ittiosauro. Gli ittiosauri erano rettili marini, contemporanei ai dinosauri, i quali si ritiene si siano evoluti da specie terrestri: non erano dotati di branchie e, per respirare, ogni tanto dovevano necessariamente tornare in superficie. Inoltre non deponevano uova, ma partorivano, come oggi fanno le balene e i delfini. I primi esemplari fecero la loro comparsa circa 250 milioni di anni fa, in quello che viene definito Triassico. In questo periodo si diffusero ampiamente nell’oceano Tetide (braccio oceanico disposto in senso Est-Ovest che, tra il Permiano e il Miocene, separava l’Africa settentrionale dall’Europa e dall’Asia) e, in contemporanea, aumentarono di dimensioni. Attorno a 100 milioni di anni fa, si estinsero.

La scoperta dei resti fossili – vertebre, costole e un dente – sulle Alpi svizzere, risale a più di 30 anni fa e la si deve a un gruppo di ricerca dell’Università di Zurigo. All’epoca, il team aveva sì accertato la provenienza dei resti da grandi dinosauri marini, ma non era riuscito ad andare più nello specifico a causa dei pochi ritrovamenti a disposizione. Oggi, grazie ai ricercatori delle Università di Bonn e Zurigo, è arrivata la sterzata [2] alle indagini con l’individuazione di tre dinosauri marini. Questi misurano circa 20 metri di lunghezza e il loro peso stimato è di 80 tonnellate. Per quanto riguarda il dente ritrovato, questo mostra una radice lunga 60 millimetri, una caratteristica non da poco, considerando che l’esemplare più grande conosciuto appartenente a un ittiosauro lungo quasi 18 metri, ha una radice di 20 millimetri.

[di Eugenia Greco]