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Buitoni nella bufera in Francia: due bambini morti dopo aver mangiato pizze contaminate

L’azienda Buitoni è al centro di uno scandalo di vasta portata in Francia dopo la morte di due bambini e il ricovero di altre 14 persone presumibilmente causate dalla pizze “Fraîch’Up”, commercializzate dall’azienda e contaminate dal batterio Escherichia coli. Come confermato [1] dalla stessa Procura di Parigi alla radio RMC, è stato dato il via ad un’indagine giudiziaria avente ad oggetto le accuse di: omicidio colposo, ferimento involontario nei confronti di 14 persone, inganno relativo a merci pericolose per la salute umana o animale, esibizione o vendita di un prodotto alimentare falsificato o corrotto e dannoso per la salute, commercializzazione di un prodotto pericoloso per la salute e per gli altri. Lo stabilimento di Caudry, dove venivano prodotte le pizze incriminate, è stato perquisito dalla gendarmeria già lo scorso 13 aprile. A scioccare l’opinione pubblica francese sono state anche le immagini dello stabilimento [2] in questione, dalle quali sono emerse condizioni igieniche penose: cibo a terra, vermi della farina sulle linee di produzione, pezzi di plastica nelle vasche del lievito, sporcizia un po’ ovunque.

Dall’ultimo rapporto [3] pubblicato dalle autorità sanitarie negli scorsi giorni, si apprende infatti che sono 56 i casi confermati di SHU (Syndrome hémolytique et urémique), una malattia [4] generalmente di origine alimentare il cui eziologico batterico della tipica è rappresentato appunto dall’Escherichia coli. Tali casi, verificatisi in 12 regioni francesi, riguardano quasi esclusivamente i giovani (55 soggetti su 56 rientrano nella fascia di età 1-17 anni), con due di loro che hanno perso la vita.

Le pizze “Fraîch’Up” sono state ritirate dagli scaffali dalla stessa azienda quando sono emersi i primi casi, il comunicato [5] con il quale l’azienda chiedeva ai consumatori di non mangiare tali prodotti è del 18 marzo. Tuttavia i magistrati vorranno capire se l’azienda produttrice con sede a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, ma di proprietà della multinazionale svizzera Nestè, abbia delle responsabilità in quanto accaduto. Lo stesso ministro della Salute francese, Olivier Véran, ha chiesto che «vengano prese sanzioni forti contro i produttori che non rispettano le regole».

[di Raffaele De Luca]