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Vaiolo delle scimmie: in Belgio quarantena per i positivi, l’OMS invita tutti a seguirlo

Secondo quanto stabilito dalle autorità sanitarie, in Belgio chi risulta positivo al vaiolo delle scimmie dovrà [1] osservare 21 giorni di quarantena, evitando ogni contatto sociale. È il primo paese europeo a stabilire una misura di questo tipo. Coloro che invece sono entrati a contatto con i positivi non saranno tenuti alla quarantena, ma “dovranno rimanere vigili, soprattutto se sono in contatto con persone vulnerabili”, e segnalare prontamente l’insorgere di eventuali sintomi. La decisione è stata presa dopo che quattro casi sono stati individuati nel Paese e nonostante le modalità di trasmissione, secondo quanto riferito [2] dal Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), siano assai più complesse rispetto al coronavirus: attraverso il contatto con un animale infetto o, da uomo a uomo, attraverso “grandi goccioline respiratorie” (contatto viso a viso prolungato) e scambio di fluidi corporei (sesso non protetto).

Fino ad ora sono pochi i casi riscontrati, secondo l’ultimo comunicato dell’OMS [3], rilasciato sabato 21 maggio, appena 92 in tutto il mondo e nessun decesso. Il vaiolo delle scimmie, inoltre, è considerato dagli esperti un virus non particolarmente insidioso, particolare testimoniato dal fatto che anche precedenti focolai riscontrati in occidente si sono esauriti rapidamente e non si sono mai verificate epidemie degne di nota nonostante questa forma di vaiolo sia nota dal lontano 1958. Nonostante questo, in una sorta di riflesso incondizionato, la reazione delle autorità tende a seguire quanto già messo in campo in relazione al Covid-19. Lo stesso documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, lascia prefigurare come le restrizioni adottate dal Belgio potrebbero rapidamente essere messe in campo anche in altri Paesi, consigliando agli stati membri di “isolare i casi per prevenire un’ulteriore trasmissione, identificare e gestire i contatti e adattare metodi efficaci di controllo e prevenzione basati sulle vie di trasmissione più comunemente identificate”. Inoltre l’OMS dichiara che sta valutando la possibilità di raccomandare restrizioni sui grandi eventi, seppur ritenendolo al momento non necessario.

Parallelamente sembra essere già partita la corsa ai vaccini [4], che già esistono e sono approvati. I vecchi vaccini contro il vaiolo, infatti, secondo le autorità sanitarie sono protettivi anche nei confronti della variante delle scimmie, e questi un tempo erano obbligatori. In Italia lo sono stati fino al 1977, e chi è nato prima di quell’anno è considerato protetto. Tra questi rientrano tutti gli anziani, ovvero i soggetti considerati a rischio, per una patologia che secondo l’Istituto Superiore di Sanità [5], nella quasi totalità dei casi “si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche”. Tuttavia la società danese Bavarian Nordic, produttrice dell’unico vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie ha annunciato [6] di essersi già “assicurata un contratto con un paese europeo non divulgato per la fornitura del suo vaccino contro il vaiolo IMVANEX®”. Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha inoltre raccomandato [2] che “la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”. Il presidente statunitense, Joe Biden, ha intanto dichiarato [7] che «tutti dovrebbero essere preoccupati per la diffusione del vaiolo delle scimmie».