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Arrivano i primi casi di vaiolo delle scimmie: in Europa già si ordinano i vaccini

Il primo caso italiano è stato identificato allo Spallanzani di Roma, lo stesso istituto dove nel gennaio 2020 venne identificato il primo caso di Covid in Italia: un ragazzo di ritorno dalle isole Canarie è risultato positivo al vaiolo delle scimmie. In Europa il primo infetto era stato segnalato dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) il 7 maggio, altri casi sono stati rinvenuti anche in Spagna e Portogallo, per ora una ventina in totale. Fino ad ora tutti i contagiati stanno bene e le istituzioni sanitarie si sono affrettate a comunicare che la situazione non deve destare particolare allarmismo, considerando il fatto che il virus è noto da decenni e non ha mai provocato epidemie diffuse. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha già convocato un gruppo di esperti per un “meeting di emergenza”, mentre almeno due paesi hanno già ordinato scorte del vaccino, già pronto e approvato nel 2019. Ma procediamo con ordine, innanzitutto: cos’è il vaiolo delle scimmie?

Diffuso principalmente in Africa occidentale, specialmente nel bacino del Congo, il virus delle scimmie fu osservato per la prima volta nel 1958. In natura in realtà il virus colpisce i roditori e può essere trasmesso ai primati (e quindi anche agli esseri umani) dagli animali infetti attraverso uno stretto contatto (sangue o morsi). Secondo l’Istituto Superiore di Sanità [1]: “si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità […] Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste […] La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario”. Ancora non del tutto certe le modalità di trasmissione, secondo il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC): attraverso il contatto con un animale infetto o, da uomo a uomo, attraverso “grandi goccioline respiratorie” (contatto viso a viso prolungato) e scambio di fluidi corporei. Il fatto che i primi casi in Gran Bretagna si siano registrati nella comunità gay e bisex maschile ha spinto inoltre il ECDC a raccomandare attenzione “nella comunità di individui che si identificano come MSM (uomini che fanno sesso con uomini, ndr) o che hanno rapporti sessuali occasionali o che hanno più partner sessuali”. Specifica che ha provocato la protesta dei gruppi LGTBQ+ che ricordano lo stigma dell’HIV, a lungo ritenuto erroneamente il “virus degli omosessuali”.

Secondo gli esperti non si tratta di un virus particolarmente insidioso, particolare testimoniato dal fatto che anche precedenti focolai riscontrati in occidente si sono esauriti rapidamente. Inoltre le modalità di trasmissione non sono virali come nel caso dei coronavirus, necessitando di scambi di fluidi corporei o grandi gocce di saliva. Inoltre il vaccino contro il vaiolo, che in Italia è stato obbligatorio fino ai nati nel 1981, protegge anche contro la variante in questione garantendo l’immunità ai nati dopo quella data, inclusi gli anziani che sarebbero più a rischio in caso di infezione.

Particolari rassicuranti che non hanno frenato alcune istituzioni dal valutare già campagne di vaccinazione. Perché un vaccino contro il virus delle scimmie esiste già, approvato [2] per la prima volta negli Usa nel 2019 e poi in Europa dove ha assunto il nome commerciale di IMVANEX, produttrice un’azienda farmaceutica danese di nome Bavarian Nordic. Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha già raccomandato [3] che “la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”. E i primi stati europei si sono già mossi. La stessa Bavarian Nordic, società quotata in borsa nel listino NASDAQ di Copenaghen, ieri 19 maggio si è affrettata a rilasciare agli investitori un comunicato [4] nel quale annuncia di essersi già “assicurata un contratto con un paese europeo non divulgato per la fornitura del suo vaccino contro il vaiolo IMVANEX® in risposta ai nuovi casi di vaiolo delle scimmie che si sono evoluti nel mese di maggio 2022″. Nello stesso comunicato Paul Chaplin, Presidente e CEO della società, afferma che “Il controllo delle infezioni è stata una priorità assoluta per le società durante il COVID-19 e questa situazione ci ricorda che non possiamo abbassare la guardia, ma dobbiamo continuare a costruire e rafforzare la nostra preparazione alle malattie infettive per mantenere il mondo aperto”. E fuori dall’Unione Europea ha già ordinato dosi di IMVANEX anche il Regno Unito: secondo quanto riportato [5] dal Telegraph, il governo Johnson ne ha già ordinate 20.000 dosi.