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Che gioco sta portando avanti Musk con Twitter?

Quella che intercorre tra Twitter e il plurimiliardario Elon Musk sembra più una telenovella che la trattativa per l’anima di una gigantesca azienda tech. Da una parte c’è un eccentrico imprenditore che, con smodato entusiasmo, espone i propri pensieri superficiali sui social, dall’altra c’è un’impresa claudicante i cui azionisti non vedono l’ora di battere cassa.

Per chi si fosse perso la vicenda, a inizio aprile [1] Musk aveva comprato una quota di maggioranza di Twitter promettendo rivoluzioni e cambiamenti in nome della “libertà di parola”. Sin da subito si è discusso del ruolo che l’imprenditore avrebbe avuto all’interno dell’azienda, con il social che ha annunciato prontamente la sua introduzione all’interno della Commissione del portale. La partecipazione alla commissione avrebbe però comportato alcuni oneri che probabilmente stavano troppo stretti a Musk, il quale ha alterato senza indugio la propria posizione.

A fine aprile, Musk ha deciso dunque che fosse più interessante acquistare l’intero Twitter, intento che ha cercato di concretizzare mettendo sul tavolo un’offerta “definitiva” di circa 43 miliardi di dollari. I miliardi sono saliti a 44 e gli investitori hanno accolto la sua proposta avviando un periodo di transizione che è stato frustrato ancor prima di partire. Il problema è che Musk ha supervalutato un’azienda che, complice il periodo nero del settore tech, vale circa il 30% di quanto lui ha proposto in fase di trattativa. 

Il miliardario ha cercato dunque di tutelarsi coinvolgendo nello scambio alcuni investitori che gli avrebbero dovuto alleggerire il carico fiscale, tuttavia la piena compensazione finanziaria non è mai stata raggiunta. Musk ha intrapreso dunque un’altra strada: fare leva sull’esistenza di account di Twitter fasulli per “sospendere” la trattativa. Bisogna ammetterlo, Twitter non è certo casta e pura su questo frangente. Il problema dei “bot” è noto ormai da anni e, a seconda delle stime, si ipotizza che il 5-20% degli account presenti sul portale non si leghino ad alcuna persona fisica

Per comprendere la portata del problema, NewsWeek [2] ha stimato che il 49,3% dei follower dell’account del Presidente USA siano artificiali, tuttavia anche la scena italiana non è migliore: nel 2019 Il Sole 24 Ore [3] aveva riscontrato che la maggior parte dei follower di Nicola Zingaretti, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, fossero assolutamente artefatti.

Polemiche social a parte, i documenti firmati [4]da Musk e Twitter non consentono alcuno spazio di manovra al miliardario. Per come è stato formulato il contratto l’imprenditore dovrà acquistare l’azienda a prezzo pieno, pena una potenziale causa legale. L’unica scappatoia sarebbe per Musk quella di trovare il modo di dimostrare che Twitter abbia esplicitamente sottostimato la portata del morbo dei bot, tuttavia l’azienda si rifiuta di permettere a entità terze di portare avanti un’indagine adducendo al fatto che i suoi server contengano documenti pubblici e privati troppo sensibili per poter cedere il loro accesso a ignoti. 

Considerando l’intera situazione, è facile credere che il miliardario stia sollevando un polverone mediatico più con l’intento di farsi fare uno sconto, che con il desiderio di avviare una causa a due direzioni che potrebbe durare per anni.

[di Walter Ferri]