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La TAV non si farà mai? Secondo i francesi Macron ha abbandonato il progetto

La realizzazione del progetto della linea TAV rischia di concludersi in un nulla di fatto. Il motivo, per una volta, non risiede nei ritardi e rimandi italiani, ma nell’apparente disinteresse dell’amministrazione francese per la realizzazione dell’opera. Secondo quanto denunciato da un comunicato di La Transalpine, associazione di sostenitori istituzionali e imprenditoriali dell’Alta Velocità, il governo francese starebbe infatti puntando sull’ammodernamento della linea Digione-Modane, piuttosto che sulla realizzazione del tunnel italo-francese. Tale fattore, se confermato, comporterebbe la perdita dei finanziamenti europei per la realizzazione dell’infrastruttura e, quindi, un probabile e definitivo accantonamento dei lavori.

Il 9 maggio il Comitato ha infatti sottolineato [1] la differenza tra l’impegno francese e quello italiano, recentemente concretizzatosi (a parole) per mezzo dell’ordinanza firmata dal nuovo Commissario straordinario del governo incaricato di occuparsi della Torino-Lione, Calogero Mauceri. Questi ha infatti firmato un’ordinanza [2] che autorizza la Rete Ferroviaria Italiana (RFI) a riprendere i lavori sviluppando il progetto della linea Avigliana-Orbassano e gli interventi di adeguamento dello scalo di Orbassano. Come riportato dal sito della Regione Piemonte, in questo modo il commissario Mauceri “indica la strada lungo la quale tutti gli attori devono ora lavorare” per la realizzazione di “un’infrastruttura indispensabile”. Il presidente di La Transalpine, Jacques Gounon, si è detto soddisfatto delle mosse italiane, sottolineando l’urgenza di una maggior decisione da parte francese.

L’Italia avrebbe in questo modo dato nuovo slancio al proprio impegno nel rendere concreta la realizzazione dell’Alta Velocità, il cui costo stimato ammonta a 1,9 miliardi di euro, finanziati per metà dall’Unione europea. Fondi vincolati, tuttavia, all’adozione [3] di una “Decisione di esecuzione” da parte di Italia e Francia, richiesta dall’UE a fine 2020. Il documento deve dettagliare interventi, tappe operative e costi per i lavori da effettuare da entrambe le parti. Secondo alcuni quotidiani francesi, l’Italia starebbe ora cercando di accelerare i tempi per il timore di perdere [4] i finanziamenti europei. Tuttavia, se la decisione della Francia di puntare sull’ammodernamento della linea storica Digione-Modane fosse confermata, l’erogazione dei fondi europei verrebbe meno e andrebbe in fumo l’intera realizzazione dell’opera.

Per questo motivo il comunicato di La Transalpine insiste sul fatto che “I circa 150 km di nuovi binari della Torino-Lione” su lato francese “sono stati dichiarati ‘di interesse pubblico e urgente’ nel 2013. Al termine di una nuova sequenza di studi iniziata nel 2019, lo Stato avrebbe dovuto ufficializzare la scelta di uno scenario di prima fase alla fine di marzo”, decisione mai giunta e della quale il Comitato rimarca l’urgenza al fine del completamento dei lavori, insieme a un “chiarimento del calendario e dell’avvio rapido del processo di realizzazione dei lavori”.

Vi è poi un’altra criticità, sottolineata dal Comitato: l’ammodernamento della linea francese punterebbe a raggiungere la capacità di trasporto merci di 10 milioni di tonnellate all’anno, con meno di 100 treni al giorno. Si tratta di numeri alquanto inferiori rispetto a quelli cui dice di puntare l’Italia, ovvero 162 treni al giorno e 25 milioni di tonnellate di merci all’anno.

La mancanza di progetti coerenti tra i due lati della frontiera e il mancato interesse politico francese per la realizzazione dell’opera potrebbero compromettere seriamente la realizzazione dei lavori, da parte italiana fermi da cinque anni. Fattore, quest’ultimo, che non ha tuttavia impedito la militarizzazione [5] di un’intera valle, operazione che da sola ha richiesto la spesa di milioni di euro.

[di Valeria Casolaro]