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La NATO occupa le coste della Sardegna per le prove di guerra: vietato l’accesso a mare

Fino al 27 maggio, la Sardegna sarà teatro di una vasta esercitazione NATO, che vedrà coinvolti circa 4.000 militari provenienti da 7 paesi dell’Alleanza a bordo di aerei e navi. L’operazione Mare Aperto 2022 è arrivata senza preavviso, mentre i residenti e i primi turisti si preparavano all’imminente avvio della stagione estiva. Fino al 27 maggio sarà vietato in 17 aree a mare interessate dall’esercitazione “il transito, la sosta, la pesca, la balneazione e le immersioni”. Con un’ordinanza firmata dallo Stato Maggiore della Difesa, a inizio maggio si è deciso infatti di porre “immediatamente” sotto assedio la Sardegna. Nonostante si tratti di un’esercitazione annuale, il rischio di trasformare quanto sta avvenendo nella regione in un elemento che potrebbe destabilizzare il già precario equilibrio diplomatico lungo la direttrice NATO-Mosca non è trascurabile, soprattutto se si considera la discrezionalità da parte delle istituzioni circa il periodo in cui porre in essere Mare Aperto. Si pensi che nel 2021 l’esercitazione si è svolta [1] a ottobre.

Nei giorni scorsi le Capitanerie di Porto di Cagliari e Oristano hanno disposto, con due ordinanze, l’interdizione di 17 aree a mare con “decorrenza immediata”, individuando le zone in cui si svolgerà l’esercitazione militare. Oltre ai circa 21.000 ettari dei tre poligoni di Teulada, Perdasdefogu e Capo Frasca, l’operazione si estenderà anche in aree mai convolte in azioni militari. L’Unione Sarda ha creato [2] una mappa sulla base delle coordinate geografiche contenute nelle due ordinanze, mostrando le zone interessate: si parte dalle acque di Sant’Antioco per arrivare alla costa orientale, passando per Porto Pino (davanti agli stabilimenti balneari già in funzione) Capo Teulada, Villasimius, Muravera e altre località in preparativi per la stagione estiva. “Le forze in campo si eserciteranno nel dominio marittimo”, ma anche “nei contesti aereo e terrestre, e in quelli innovativi dello spazio e della cyber-security, simulando scenari ad alta intensità e in veloce mutamento attraverso cui verificare le capacità di intervento in svariate aree, dalla prevenzione e il contrasto di traffici illeciti, alla lotta contro minacce convenzionali e asimmetriche“, ha dichiarato [3] il ministero della Difesa in un comunicato.

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Le aree costiere interessate dall’esercitazione militare [Fonte: L’Unione Sarda]
Nei calcoli e nelle dichiarazioni, il grande assente è risultato essere l’ambiente, nonostante i danni causati periodicamente dalle esercitazioni militari. Nel 2010 il magistrato Domenico Fiordalisi condusse delle indagini incentrate sul disastro ambientale provocato in Sardegna dallo smaltimento illegale di materiale radioattivo all’interno dei poligoni militari. L’indagine, prima di essere “sgonfiata” da una perizia (ritenuta contraddittoria da diversi esperti), accertò l’esplosione di missili Milan contenenti torio, elemento radioattivo, nel poligono di Teulada. Sul poligono di Quirra si sono concentrate invece le analisi del fisico Evandro Rizzini, dalle quali è emerso il collegamento tra l’esposizione al metallo radioattivo e la morte di 167 militari. Con l’allargamento delle aree coinvolte, a partire proprio dai poligoni, il rischio di dover affrontare ulteriori danni per la salute e per l’ambiente non può far altro che aumentare.

[Di Salvatore Toscano]