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Meta sta già ridimensionando il suo impegno sul metaverso

Nell’ottobre del 2021, Mark Zuckerberg aveva annunciato un importante novità: Facebook è diventato Meta. Il cambio di nome ha evidenziato sin da subito l’intenzione dell’imprenditore di calcare la mano sull’istituzione del “metaverso”, ovvero sulla creazione di uno spazio digitale che ambisce a sostituirsi all’internet odierno. A pochi mesi di distanza, il futuristico entusiasmo dimostrato dall’eccentrico capo d’impresa sembra essersi però grandemente ridimensionato.

Stando ad alcune indiscrezioni raccolte da Reuters [1], il CFO di Meta Andrew Bosworth avrebbe infatti rivelato ai dipendenti di Reality Labs, punta di diamante della Big Tech nel settore della realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), l’abbandono temporaneo di alcuni dei progetti che avevano in mano. In altre parole, l’azienda ha «rimandato» a data da definirsi alcune idee che banalmente non può più permettersi di sostenere.

Stando ai dati fiscali pubblicati [2]da Meta lo scorso febbraio, l’investimento dell’azienda nel metaverso ha raggiunto nel 2021 un costo di circa 10 miliardi di dollari. Una simile “perdita” non sarebbe di per sé anomala, rientra nei finanziamenti per le strategie aziendali del futuro, tuttavia un simile onere finanziario si sta scontrando con una realtà sgradita a Zuckerberg: il pubblico non è particolarmente interessato al metaverso, anche perché le aziende non hanno ancora fornito una definizione precisa e univoca di cosa sia.

Dai discorsi promozionali che sono stati fatti risulta chiaro che le Big Tech avrebbero un interesse diretto a impostare i nuovi servizi, tuttavia non è chiaro come questi mondi digitali potrebbero migliorare la vita della gente comune. Non solo, il metaverso previsto da Meta si appoggia a costosi visori di realtà virtuale e realtà aumentata, cosa che a sua volta va a restringere enormemente il bacino di potenziali clienti a cui può attingere il social.

In tal senso, l’azienda tecnologica sta facendo il possibile per modificare le abitudini dei consumatori e prevede nel prossimo futuro la commercializzazione di caschi VR adatti a diverse fasce di prezzo medio-alte. Il timore dei finanziatori è però che un simile impegno sia debole e tardivo. Al posto di concentrarsi sui servizi tradizionali o di sfruttare la tecnologia in uso per progettarne di inediti, Meta si appoggia a un piano di sviluppo che necessita la diffusione di uno strumento che i più considerano superfluo, inutile e costoso.

La claudicante situazione del metaverso ha contribuito al tracollo in Borsa della Big Tech, in più Zuckerberg ha annunciato che nel 2022 i Reality Labs assumeranno un numero minore di dipendenti rispetto a quelli selezionati l’anno precedente. Tutto suggerisce che la crescita del settore, pur non essendosi arrestata, stia incappando in un forte rallentamento e in altrettanta diffidenza. Ora come ora, il sogno di Meta non sembra essere un sogno condiviso dall’utente medio.

[di Walter Ferri]