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No Tav, Dana è libera dopo 19 mesi: «il tempo che mi avete negato grida vendetta»

Dopo sette mesi di carcere e un anno di domiciliari, l’attivista No Tav Dana Lauriola ha riacquisito la libertà, persa per aver parlato al megafono durante una manifestazione di nove anni fa al casello di Avigliana, nel corso della campagna “Oggi paga Monti”. Il 3 marzo 2012, durante un blocco stradale di protesta sull’A32, alcuni manifestanti bloccarono con nastro adesivo parte delle sbarre d’ingresso invitando gli automobilisti a passare senza pagare il pedaggio. Dana spiegava al megafono le ragioni della protesta e indirizzava le macchine. Nessun atto di violenza le venne mai contestato. Per questo fu condannata a due anni di reclusione per “violenza privata” e “interruzione aggravata di servizio di pubblica necessità”.

Dana rifiutò di lasciare la Val di Susa e di dissociarsi dal movimento, due condizioni  considerate necessarie dal giudice per garantirle le misure alternative. Così, il 17 settembre 2020 iniziò il suo percorso di reclusione all’interno del carcere delle Vallette di Torino. Contro la sua condanna intervenne anche Amnesty International, dichiarando [1] in una nota: «Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali».

Di seguito il commento dell’attivista sui social, dopo i mesi di divieto assoluto di comunicazione:

“Rieducata. L’ultimo atto di questa grande beffa, giudizio improprio come quelli precedenti. Serve questa valutazione per chiudere la partita, a quanto pare. Giustificare la punizione, le stagioni rubate, gli abbracci negati, la solitudine forzata lunga giorni mesi anni. Rieducata, da chi, perché. Ero pericolosa e irrecuperabile, hanno scritto che per questo sarei dovuta andare in carcere, e ora sono rieducata. Sulla base di cosa? Com’è una donna rieducata. Spiegatemelo. Ne voglio conoscere altre come me, rieducate, e capire cosa ci accumuna. Avrebbero dovuto scrivere che la vendetta è conclusa. Vediamo cosa resta di te, nemica del Sistema. Avrei apprezzato di più, sarebbe stato più onesto non pensate?

Ed ora libera. Torno libera. Di uscire, di respirare, di guardare i lunghi orizzonti, di sentire l’odore dell’erba. Di alzarmi e decidere cosa fare, di prepararmi per andare a letto e poi cambiare idea ed uscire. Andare al pub. Citofonare ad un amico. Rivedere le persone che amo, che nel frattempo hanno avuto figli, vissuto lutti, qualche ruga in più. Complici, nel dolore provocato da questa separazione, ma col cuore pieno di felicità perché la vita ci permette ancora una volta di stringerci forte. Che grande fortuna. E fa girare la testa questa libertà, così desiderata in questo lungo tempo ed ora così maestosa e potente. La rabbia per il tempo negato fa scendere qualche lacrima, grida vendetta. Sarà una rinascita lenta, lo so. Io sono così. Ho bisogno del tempo e di riscoprire, e riscoprirmi passo dopo passo. Rinasco forte dell’amore e del sostegno che mi avete dato. Grazie, di tutto”.

[Di Salvatore Toscano]