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Benessere animale: ripensare la macellazione rituale senza stordimento

Le istituzioni italiane devono rivedere le norme che al momento consentono la macellazione degli animali senza stordimento per finalità religiose: è quanto richiede l’associazione Animal Law Italia ETS (ALI), che non solo ha diffuso un dossier di ricerca, ma ha anche rilasciato una lettera aperta rivolta al legislatore e sostenuta da accademici e veterinari nonché lanciato una petizione popolare da poter firmare sull’apposito sito web [1] messo a disposizione. “Crediamo che i tempi siano maturi per un ripensamento di questa pratica, alla luce delle mutate esigenze della società in tema di rispetto del benessere animale”, comunica in tal senso l’associazione, che chiede al legislatore di “rendere obbligatorio il ricorso allo stordimento reversibile nelle macellazioni rituali o comunque di valutare con urgenza altre soluzioni idonee a rendere l’animale insensibile”.

A tali conclusioni si è giunti grazie al dossier [2] sopracitato, che ha analizzato in maniera approfondita la tematica sul piano del diritto e della scienza. Grazie al contributo di giuristi, docenti e ricercatori universitari in discipline giuridiche e veterinarie, con la ricerca è stata posta la lente di ingrandimento sul contesto attuale e sul quadro normativo vigente in Italia e in Europa, introducendo le ragioni a supporto della proposta di revisione normativa. Dalla stessa, infatti, è emerso che diversi Stati membri dell’Ue abbiano introdotto per legge soluzioni tecniche più favorevoli al benessere animale nelle macellazioni rituali, il che costituisce sostanzialmente il punto di partenza delle richieste avanzate dall’associazione.

Per comprendere il motivo delle differenze normative tra l’Italia e gli altri paesi europei, però, occorre fare una breve premessa. Il regolamento europeo n. 1099/2009 [3], che disciplina le norme di protezione degli animali durante la macellazione, prevede un obbligo generale di stordimento prima dell’abbattimento, così da assicurare che l’animale da macellare sia incosciente e quindi insensibile al dolore. Tuttavia, come sottolineato all’interno del dossier, il regolamento “concede una deroga al generale obbligo di stordimento dell’animale, al fine di permettere le pratiche di macellazione previste da particolari riti religiosi”. L’operatività della deroga però non è obbligatoria, in quanto il regolamento consente altresì agli Stati membri di adottare disposizioni nazionali intese a garantire una maggiore protezione degli animali anche qualora vengano adoperati particolari metodi di macellazione prescritti da riti religiosi.

È per questo, dunque, che vi sono differenze normative non solo tra l’Italia e gli altri Paesi del mondo ma anche tra il Belpaese e gli altri stati membri dell’Ue. Nello specifico, tra i paesi europei che non ammettono la macellazione senza previo stordimento vi sono la Danimarca, la Svezia, la Slovenia e da ultimo la Grecia. Particolare attenzione, però, merita senza dubbio la soluzione adottata in due delle tre regioni del Belgio (Fiandre e Vallonia), dove nel 2017 è stato approvato l’obbligo di stordimento previo reversibile, entrato poi in vigore nel 2019. In pratica, è stato reso obbligatorio l’utilizzo dello stordimento elettrico, che a differenza dello stordimento con proiettile captivo non può procurare anche la morte dell’animale: una tecnica che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ritenuto [4] compatibile con il rispetto della libertà di religione.

È proprio in virtù di ciò che l’associazione ALI, come anticipato, chiede al legislatore di rendere obbligatorio lo stordimento reversibile anche in Italia. Tramite la stesso, infatti, da un lato non si provoca la morte dell’animale (tanto che se non si procede oltre riprende perfetta salute) e dall’altro quest’ultimo viene reso insensibile al dolore nel momento del dissanguamento. Si tratta perciò di un’alternativa che rappresenterebbe un compromesso tra l’esigenza di tutelare il benessere animale e le esigenze religiose. Le comunità religiose, infatti, hanno interesse a salvaguardare la salute degli animali: le regole tradizionali [5] richiedono che l’animale sia sano ed è proprio questo punto che rende incompatibile con le esigenze rituali il ricorso alle comuni pratiche di stordimento come l’utilizzo della pistola a proiettile captivo, in grado di danneggiare irrimediabilmente lo stato di salute dell’animale.

Una soluzione, dunque, a quanto pare esiste, e sarebbe oltremodo necessario adottarla. «Si impone una revisione dell’attuale quadro normativo italiano in materia, anche alla luce della crescente considerazione della società verso un migliore trattamento degli animali ad uso alimentare», ha affermato a tal proposito il presidente di Animal Law Italia ETS Alessandro Ricciuti, sottolineando che «la recente modifica della Costituzione, con l’inserimento del richiamo alle leggi di protezione degli animali tra i principi fondamentali, apre la strada ad un’ampia riconsiderazione dell’attuale legislazione».

[di Raffaele De Luca]