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Riciclo, una volta tanto l’Italia è la nazione più virtuosa in Europa

L’Italia è la nazione europea più virtuosa in materia di riciclo e di riutilizzo delle materie prime riciclate all’interno dell’Unione Europea. Secondo i dati raccolti dal CEN [1] (Circular Economy Network), si posiziona al primo posto per gli indicatori più importanti dell’economia circolare, assieme alla Francia. Nel complesso, la percentuale italiana di riciclo ha raggiunto quasi il 68%. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, nel 2020 nell’UE ne sono stati riciclati mediamente il 47,8%, in Italia il 54,4%. Tra i cinque principali paesi dell’UE che sono state oggetto di analisi – Italia, Germania, Polonia, Spagna e Francia – il Belpaese si pone in testa anche per la quantità di riciclo dei rifiuti speciali (quelli provenienti da industrie e aziende): circa il 75%.

Nel 2020, in Europa nella media sono state consumate circa 13 tonnellate di materiali per abitante e, tra le cinque maggiori economie al centro dell’analisi, le differenze sono rilevanti: 7,4 tonnellate per abitante nel nostro paese, 17,5 in Polonia, 13,4 tonnellate in Germania, 8,1 in Francia e 10,3 in Spagna. Per nessuno di questi paesi è stato riscontrato un incremento della produttività delle risorse nel 2020 e in Italia la riduzione del consumo durante il periodo di lockdown è stata maggiore, con dati del 36% più bassi rispetto a quelli pre-pandemici. Sempre facendo riferimento allo stesso anno, il tasso italiano di utilizzo di materia proveniente dal riciclo [2] ha raggiunto il 21,6%. Una percentuale quasi due volte maggiore della media europea (12,8%), seconda solamente a quella della Francia (22,2%) e più alta a quella della Germania (13,4%). Questo dato, tuttavia, ha il rovescio della medaglia, in quanto nel nostro paese il 20% dei rifiuti finisce ancora in discarica, dato rilevante se confrontato con Germania (0,7%), Paesi Bassi (1,4%) e Belgio (1,1%).

Ci sono quindi anche alcuni settori in cui l’Italia non brilla, tra cui quello dell’ecoinnovazione. Nel 2021, dal punto di vista degli investimenti in questo senso, il paese appare al 13° posto nell’UE con un indice di 79 (la Germania è a 154). Altro settore in cui ci sono difficoltà è la riparazione dei beni. Nel 2019 è stato stimato che 23mila aziende lavoravano alla riparazione di beni elettronici e di altri beni personali (vestiario, calzature, orologi, gioielli, mobili, ecc.). In Francia, ad esempio, le aziende erano quasi 34mila, e in Spagna circa 28mila. In questo settore l’Italia ha perso quasi 5mila aziende (circa il 20%) rispetto al 2010.

[di Eugenia Greco]