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Italia, un Ddl vuole inserire l’educazione finanziaria a scuola affidandola alle banche

Da diversi anni si dibatte sull’idea di introdurre in Italia l’educazione economica e finanziaria nelle scuole, a partire dal primo ciclo d’istruzione. Attualmente, sono in discussione presso la 7° Commissione del Senato (Istruzione e beni culturali) tre disegni di legge legati al tema. Il primo, presentato nel 2018, prevede [1] un programma formativo rivolto sia alle scuole di ogni ordine e grado sia a diverse fasce adulte: donne, giovani in cerca di prima occupazione e anziani. Il secondo ddl presenta [2] un profilo simile, mentre il terzo, il più rilevante, è stato avanzato [3] il 30 giugno 2019 e conta su una disposizione sintetica, che se da un lato si avvale dei dati forniti dalla Banca d’Italia, dall’altro lascia alcuni interrogativi aperti sulla questione.

Il fine, quindi l’insegnamento dell’educazione finanziaria a milioni di studenti, è nobile, soprattutto se si considera che spesso il percorso scolastico si concluda senza trasmettere alcuna, anche minima, conoscenza del settore. Secondo i dati riportati all’interno di una ricerca pubblicata dalla Banca d’Italia nel 2018, solo il 30% dei soggetti in Italia è dotato di un’alfabetizzazione finanziaria, con enormi disparità di genere, ruolo professionale e distribuzione territoriale, contro la media degli altri Paesi dell’OCSE che è del 62%. Tuttavia, al fine vanno affiancati i mezzi e quindi bisogna tener conto delle modalità e del contenuto di quest’educazione, non tralasciando l’attenzione nei confronti di chi erogherà il servizio. A chiarire il primo punto è lo stesso testo del disegno di legge presentato nell’estate del 2019, da cui emerge l’intenzione di introdurre l’educazione finanziaria nell’ambito dell’insegnamento delle 33 ore annue dell’educazione civica, previste [4] dalla legge 20 agosto 2019, n. 92. Sulla compatibilità fra le due discipline si è espressa la Banca d’Italia, attraverso le parole di Magda Bianco, capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria dell’istituto: “L’educazione civica è un insegnamento di carattere trasversale attualmente obbligatorio e ciò renderebbe la proposta realizzabile in tempi rapidi. Del resto le finalità ultime dell’educazione finanziaria sono in linea con quelle della legge istitutiva dell’educazione civica: sviluppare una cittadinanza attiva“.

Per quanto riguarda, invece, il contenuto dell’insegnamento, il disegno di legge resta vago, lasciando ampia discrezionalità agli interpreti e mancando, di fatto, ogni riferimento all’educazione critica alla finanza e qualsiasi approccio alla finanza etica, una disciplina che va oltre i concetti di rendimento e profitto, concentrandosi [5] piuttosto sulla trasparenza, su una maggiore cooperazione e sulla responsabilità etica e ambientale degli attori economici. La stessa sorte incerta è riservata a chi si occuperà di formare gli insegnanti e i giovani. Tuttavia, tra i soggetti più attivi a riguardo è già possibile registrare la presenza della Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio (FEDUF), costituita su iniziativa dell’Associazione bancaria italiana (ABI). D’altronde, da diversi anni l’istituto presieduto da Stefano Lucchini (Intesa Sanpaolo) è in stretta collaborazione con il ministero dell’Istruzione e gli uffici scolastici sul territorio. A inizio 2022 la Fondazione ha deciso di affiancare al proprio Consiglio d’amministrazione (Cda) un advisory board, una sorta di comitato consultivo e di supporto al reparto manageriale, al cui interno è entrato a far parte Ryan O’Keeffe, consigliere delegato di BlackRock, la più grande società d’investimento al mondo che negli anni si è legata [6] ad attività incentrate sulla deforestazione, legate alle violazioni dei diritti umani o basate sui combustibili fossili.

Mentre i disegni di legge sull’introduzione dell’educazione economica e finanziaria a scuola sono in esame in commissione, le banche hanno mosso i primi passi verso questa direzione. A marzo, infatti, è iniziato in Campania il percorso “Che impresa ragazzi!”, un progetto di otto appuntamenti promosso dalla Banca di credito popolare (BCP) con l’obiettivo di accrescere la capacità di gestione del denaro di 1.800 studenti delle scuole superiori. Ad affiancare la BCP nel progetto sarà la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio (FEDUF).

[Di Salvatore Toscano]