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La rivoluzione urbana di Barcellona per una mobilità sostenibile

Il progetto di pianificazione urbana [1] in atto nella città di Barcellona verrà ampliato a partire da giugno di quest’anno. Spostandosi da est a ovest si vogliono rimodellare 21 strade entro il 2030 così da rispettare il Piano di mobilità urbana 2024. L’intenzione è quella di rendere la città spagnola sempre più sostenibile e vivibile, favorendo la crescita degli spazi verdi e rendendo le strade meno trafficate. Basti pensare che nel caso venga attuata l’implementazione dei 503 superbcocchi di cui si parla in tutta Barcellona, l’aspettativa di vita aumenterebbe in media di circa 200 giorni, vista la diminuzione dei livelli di calore urbano, di inquinamento atmosferico e acustico. I cosiddetti superblocchi sono unità di 400 x 400 m, più grandi di un isolato ma meno estesi di un intero quartiere.

L’ultimo piano relativo all’ampliamento dei superblocks a Barcellona è stato inaugurato nel 2016 con le prime grandi isole pedonali. L’obiettivo fissato era quello di arrivare a 500 nuovi parchi e giardinetti entro una decina di anni e la strada intrapresa pare essere quella giusta. Per il momento infatti, sono stati completati sei superblocchi mentre rimangono in attesa di essere realizzati altri undici.Il piano urbanistico descritto fu pensato originariamente da Salvator Rueda a fine Ottocento ed è stato applicato per la prima volta a partire dal 1996. Il concetto di base è dividere lo spazio urbano in blocchi (superblokcs o superilles in catalano) che sarebbe anche un’ottima soluzione per tanti altri centri urbani. È quel che emerge da un nuovo studio pubblicato su nature.com, [2] in cui si analizzano i risultati dei lavori urbanistici a Barcellona mentre viene dimostrato come più del 40% della rete stradale in diverse città sarebbe potenzialmente adatta a trasformazioni simili ai superblocchi tipici della città spagnola, i quali apporterebbero solo che benefici.

Ora si vuole fare un ulteriore vero e proprio passo avanti, per trasformare la città nella sua interezza e non più “solo” alcuni quartieri. L’esempio di aree come quella di Eixample ha quindi generato risposte talmente positive da spingere l’amministrazione a concentrarsi su altre parti della città, per arrivare a modificarne l’intero assetto. Anche perché Barcellona è una delle città più trafficate d’Europa ma anche assai popolosa, e l’esempio di uno sviluppo urbano in questi termini sta mostrando come tanto i cittadini quanto l’ambiente possano trarne benefici. L’organizzazione urbana attuale si compone di nove blocchi con strade interne in cui è stato applicato un limite di velocità di 10 o 20 km orari. I superblocchi hanno ridefinito la mobilità urbana spostando la ripartizione modale verso il trasporto pubblico, il ciclismo e favorendo i pedoni ma hanno anche l’intenzione di migliorare le infrastrutture verdi urbane e la biodiversità creando corridoi urbani che attraversino la città. Così l’obiettivo è ora quello di implementare continuamente i superbcocchi in tutto il territorio cittadino, trasformando ogni singolo quartiere.