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Abbiamo calcolato male: la surreale ammissione USA sui numeri dei bambini morti di Covid

“Un errore nell’algoritmo ha portato a classificare in maniera sbagliata i decessi che non erano correlati al Covid-19”, motivo per cui “il 14 marzo scorso i dati sulla mortalità legata al virus sono stati modificati”: è quanto comunicato [1] dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention), ovvero l’organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti. Quest’ultimo, ha fatto sapere che tale correzione abbia “comportato la rimozione di 72.277 decessi precedentemente segnalati in 26 Stati Usa” ed inoltre, tramite alcune dichiarazioni rilasciate all’agenzia di stampa Reuters [2], ha specificato che tra i decessi rimossi 416 fossero “pediatrici“: un dato alquanto rilevante, in quanto in tal modo sarebbe stata ridotta del 24% la stima delle morti nei bambini.

I più piccoli, del resto, stando ai dati statunitensi attuali hanno una possibilità di morire a causa del virus molto bassa. Infatti, come riportato [3] in questi giorni dalla American Academy of Pediatrics – un’associazione professionale americana di pediatri che riassume i dati comunicati dagli Stati Usa – il 19% dei casi di Covid registrati negli Stati Uniti dall’inizio della pandemia è stato attribuito ai bambini, tuttavia i più piccoli hanno rappresentato solo lo 0,00% – 0,27% del totale delle persone decedute a causa del coronavirus. Inoltre, solo lo 0,00% – 0,01% del totale dei bambini contagiatisi è deceduto.

L’errore ammesso da parte del CDC rappresenta senza dubbio un argomento estremamente rilevante arrivando esso dal più grande centro di verifica dei dati sanitari in Occidente, e non è di certo un azzardo affermare che tale sbaglio abbia contribuito in maniera importante alla diffusione di un certo tipo di informazioni da parte dei media mainstream. Sicuramente anche grazie ad esso, infatti, gran parte della stampa aveva potuto affermare che la variante Omicron fosse alquanto pericolosa nei bambini spingendo in questo modo a convincere i genitori circa la necessità di vaccinarli. Ad esempio, proprio poco prima della correzione da parte del CDC, il New York Post aveva comunicato [4] che un terzo dei decessi nei bambini degli Stati Uniti fosse “avvenuto durante l’ondata Omicron”. Ma non solo, perché andando a ritroso nel tempo ci si rende conto che se i dati del CDC fossero stati corretti in partenza, probabilmente i media non avrebbero parlato [5] così tanto dei presunti rischi maggiori della variante Omicron nei bambini proprio nel periodo in cui, tra l’altro, si discuteva molto della reale necessità di vaccinarli. Una campagna di stampa che anche in Italia coinvolse tutte le testate principali, con La Repubblica che, ad esempio, il 9 gennaio scorso titolò [6] “Salgono i ricoveri tra i bambini, Omicron li colpisce di più” citando proprio i dati sbagliati del CDC come dimostrazione.

Ora che il CDC ha fatto sapere di aver riportato i dati in maniera sbagliata, i media mainstream non hanno dedicato nemmeno una riga all’argomento nonostante fino ad ora avessero ampiamente parlato della pericolosità della variante Omicron nei più piccoli. Eppure si tratterebbe di un errore su cui porre, in maniera critica, la lente di ingrandimento, in quanto appunto proveniente direttamente dall’organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, quello direttamente preposto ad autorizzare le vaccinazioni e che, anche in base a dati calcolati in modo scorretto, ha improntato politiche pubbliche che poi sono state seguite anche in Europa.

[di Raffaele De Luca]