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Monthly report: Scuola e formazione, i progetti delle élite contro le lotte studentesce

Da mesi le mobilitazioni degli studenti in Italia si susseguono. Rigorosamente al riparo dalle strabiche agende dei principali media da ottobre a oggi sono state occupate centinaia di scuole, si sono moltiplicati i cortei di protesta, sono nati decine di collettivi. Una intera generazione spesso ingiustamente additata come impigrita dalla realtà virtuale e poco combattiva sta cercando di prendere in mano il proprio futuro dopo due anni in cui gli è stato ordinato di rimanere chiusa in casa allo scopo di proteggere i nonni. Mentre gli esami di maturità si avvicinano, in questo nuovo numero del monthly report abbiamo deciso di fare luce sul mondo della scuola e dell’università, per capire cosa contesta e cosa chiede quella che passerà alla storia come generazione Dad. Abbiamo incontrato i ragazzi e le ragazze in lotta entrando dentro una scuola occupata a Torino, dando voce a una generazione che come prima cosa – per quanto ingenuamente paradossale possa sembrare – occupando le scuole cerca di riappropriarsi della normalità dello stare insieme tra coetanei, riscoprendo quel mondo fatto di spazi e incontri reali che per troppo tempo gli è stato precluso.

Ma interpretare quanto accade nelle scuole come semplice reazione alla pandemia sarebbe una restrittiva banalizzazione. La generazione Dad è infatti anche la generazione dell’alternanza scuola-lavoro, della competizione insegnata come caposaldo sociale, dell’ideologia dell’efficienza che sta trasformando scuole e università da luogo di formazione di coscienze critiche a luogo di programmazione di forza lavoro formata in base alle esigenze dell’economia. Di neologismo in neologismo la generazione Dad è anche la generazione Ted, nel senso dei nuovi licei per la Transizione Ecologica e Digitale approvati nel silenzio del dibattito pubblico dal governo Draghi. I licei Ted sono i luoghi di formazione pensati al servizio della cosiddetta società 4.0, con tanto di programmi formativi scritti dal personale ministeriale in collaborazione con multinazionali e grandi aziende italiane ed estere. L’ideale approdo finale di 30 anni di riforme che hanno progressivamente posto la formazione al servizio dell’impresa con il beneplacito di tutti i governi, di destra, tecnici e di sinistra. Sono dinamiche che gli studenti hanno colto con molta più lucidità di quanto si potrebbe pensare, ponendole nel mirino delle proteste e chiedendo che la scuola torni ad essere luogo posto al servizio dell’interesse pubblico degli studenti e non di quello privato delle aziende.

Indice:

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