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Ue: galline e uova OGM possono essere commercializzate senza approvazione

Alcune galline ed uova OGM potrebbero essere commercializzate nell’Unione europea senza nemmeno essere sottoposte al processo di approvazione e senza informazioni a riguardo in etichetta, è quanto sostengono l’Istituto per la valutazione d’impatto indipendente nelle biotecnologie (Testbiotech) e l’Unione tedesca dei contadini (Abl). Tale tesi si basa su una lettera [1], diffusa proprio da Abl, con cui negli scorsi mesi la Commissione europea ha fornito un parere all’Ufficio federale tedesco per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare (Bvl), comunicando che una determinata modifica genetica non produrrebbe “OGM di cui all’articolo 2, paragrafo 2, della direttiva [2] 2001/18/CE” e che dunque le galline ovaiole sottoposte ad essa e le loro uova non necessiterebbero della autorizzazione ai sensi del regolamento [3] europeo su alimenti e mangimi geneticamente modificati.

La modifica genetica in questione, secondo quanto comunicato [4] da Testbiotech ed Abl, sarebbe stata messa a punto da alcuni ricercatori israeliani che si sarebbero rifatti al sistema CRISPR/Cas: quest’ultimo, tramite un gene mortale trasmesso solo alla prole maschile delle galline, permetterebbe ad esse di generare esclusivamente prole di sesso femminile, che si svilupperebbe poi normalmente e potrebbe essere a sua volta utilizzata per la produzione di uova. Ed è proprio perché il transgene verrebbe veicolato solo agli embrioni maschi che le galline ovaiole secondo la Commissione non rientrerebbero nella definizione di OGM fornita dalla direttiva sopracitata, la quale si riferisce all’organismo “il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale”.

Non sono però della stessa opinione Abl e Testbiotech che, preoccupate dall’eventualità che il parere possa essere interpretato come un via libera alla commercializzazione deregolamentata di tali galline ed uova OGM, hanno inviato una lettera congiunta [5] alla Commissione Ue in cui precisano che la loro commercializzazione senza valutazione del rischio ed etichettatura rappresenterebbe una violazione delle normative Ue e genererebbe gravi conseguenze per i consumatori, i produttori di alimenti ed il commercio alimentare. “La legislazione dell’UE richiede che tutti gli organismi risultanti da processi di ingegneria genetica siano soggetti a un processo di autorizzazione tracciabile ed etichettato”, ricordano Abl e Testbiotech, precisando che “questi requisiti vadano applicati anche alla progenie di animali sottoposti a CRiSPR/Cas” in quanto i risultati della ricerca di base mostrerebbero che essa sarebbe “influenzata da cambiamenti non intenzionali che comportano rischi specifici”. Di conseguenza, “questa posizione discutibile emersa dalla lettera potrebbe essere basata su un semplice calcolo politico ed economico“.

A tutto ciò si aggiunga che “il processo e gli animali sono già stati brevettati” e “saranno commercializzati in collaborazione con un’azienda statunitense” – comunicano Abl e Testbiotech – sottolineando che i richiedenti il brevetto avrebbero affermato che la loro tecnologia non produrrebbe “geni estranei nel genoma delle galline ovaiole” e che proprio sulla base di tali dichiarazioni in realtà la Commissione Europea avrebbe fornito il parere sopracitato.

Per un giudizio completo sulla questione occorre altresì considerare che – secondo i suoi difensori – l’attuazione di questa modifica genetica tutelerebbe i pulcini maschi dati alla luce dalle galline ovaiole che, considerati inutili dalla filiera industriale, appena nati vengono uccisi negli allevamenti spesso in maniera estremamente crudele. I pulcini, infatti, generalmente poche ore dopo la loro nascita vengono triturati vivi o soffocati: una crudeltà che potrebbe essere evitata proprio tramite il sistema “CRISPR/Cas”, in quanto il gene mortale trasmesso alla prole maschile permetterebbe di uccidere gli embrioni nell’uovo prima che si schiudano, evitando così di condannare i pulcini ad una morte atroce.

[di Raffaele De Luca]