- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

La battaglia della Scozia per salvare i salmoni selvatici

Con lo scopo di proteggere i salmoni selvatici che popolano i fiumi dagli effetti nocivi del surriscaldamento delle acque, in Scozia si cercheranno di piantare entro il 2035 un milione di alberi nel bacino idrografico del “Dee”, uno dei principali corsi d’acqua del Paese in cui viene pescato il salmone, situato nella regione dell’Aberdeenshire. A prefiggersi tale obbiettivo [1] è stata l’organizzazione che si occupa di salvaguardare il fiume in questione River Dee Trust, che insieme al Dee District Salmon Fishery Board – organismo incaricato di proteggere e valorizzare gli stock di salmone e trota di mare – a partire dal 2013 ha già piantato oltre 200.000 alberi lungo le rive del Dee e dei suoi affluenti.

La volontà di arrivare a piantare un milione di alberi – tra cui betulla, pino silvestre, biancospino e pioppo tremulo – deriva dal fatto che “molti affluenti montani raggiungeranno temperature dell’acque estive che renderanno i corsi d’acqua inabitabili per i salmoni“. A tal proposito infatti il Marine Scotland – l’ente del governo che si occupa della gestione dei mari scozzesi e della pesca d’acqua dolce – comunica [2] che secondo le stime “durante l’estate del 2018 circa il 70% dei fiumi scozzesi ha avuto temperature superiori ai 23°C” e che “estati come queste potrebbero verificarsi ogni due anni entro il 2050, aumentando le preoccupazioni per il futuro del salmone in Scozia”. Ciò in quanto temperature dell’acqua superiori ai 23°C possono “causare stress termico e cambiamenti comportamentali nei salmoni, mentre a 33°C i pesci non possono sopravvivere nemmeno per pochi minuti”.

Per questo, dunque, c’è assoluto bisogno di porre un argine ai danni causati dai cambiamenti climatici, proteggendo e migliorando gli habitat dei salmoni così da renderli anche economicamente produttivi. Bisogna infatti ricordare che “la pesca d’acqua dolce e le spese associate valgono quasi 80 milioni di sterline all’anno per l’economia scozzese” ma che tuttavia “il numero di salmoni adulti che si recano in Scozia è in calo”. Il 2018, come detto caratterizzato dalle temperature elevate, è stato in tal senso l’anno in cui la pesca dei salmoni tramite le canne da pesca è stata particolarmente poco proficua, con il numero di salmoni catturati “più basso dal 1952”.

Uno dei modi migliori per limitare i danni è appunto quello di piantare alberi: grazie all’ombra fornita dalla loro chioma, infatti, la quantità di luce solare che raggiunge la superfice dell’acqua diminuisce e di conseguenza le temperature estive dei fiumi vengono ridotte, offrendo così un habitat migliore ai salmoni. Questi ultimi, che con un numero maggiore di alberi hanno più insetti di cui nutrirsi, riescono altresì a deporre meglio le uova grazie ai rami che cadono nei corsi d’acqua. È sulla base di tali ragioni dunque che il River Dee Trust si è prefisso l’obiettivo di piantare un milione di alberi nel bacino idrografico del fiume Dee, al quale però dovranno ovviamente aggiungersi anche gli altri corsi d’acqua scozzesi. La Scozia ha infatti circa 108.000 km di fiumi, di cui solo il 35% è al momento protetto da una consistente copertura arborea. Il governo scozzese tuttavia non è di certo fermo sul tema, avendo predisposto un piano [3] per proteggere il salmone selvatico con cui si punta a migliorare la qualità delle acque, controllare e prevenire la diffusione di specie invasive e lavorare con partner internazionali per salvaguardare il salmone atlantico ed altre specie marine.

[di Raffaele De Luca]