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Il Parlamento italiano ha bocciato l’abolizione del green pass dal primo aprile

La Camera dei deputati ha respinto un ordine del giorno che impegnava il governo a rendere automatica l’abolizione della certificazione verde in corrispondenza con la fine dello stato di emergenza. A votare contro la proposta, presentata da Fratelli d’Italia, sono stati tutti i partiti della maggioranza che appoggia il governo Draghi. Il voto segue la conversione in legge del decreto legge n. 221/2021 [1], recante la proroga dello stato di emergenza nazionale al 31 marzo 2022. Contrario anche il voro degli (ex) alleati della Lega che, nonostante Salvini rilanci quotidianamente dichiarazioni critiche sul green pass, al momento della votazione hanno votato compattamente in ossequio alle politiche sanitarie del governo.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha rilanciato tramite i canali social la sua dichiarazione al vetriolo: «Incredibile che mentre altri partiti si dichiarano contrari, alla prova dei fatti si comportino esattamente in maniera opposta, lasciandoci soli a lottare contro questa misura insensata che danneggia la nostra economia e inutile per combattere la pandemia». In un messaggio chiaramente indirizzato innanzitutto alla Lega.

Prosegue dunque la marcia delle restrizioni italiane, le cui politiche sanitarie si muovono ormai in direzione opposta a gran parte dell’Unione europea e del resto del mondo. Di recente l’Austria ha annunciato [2] il ritiro dell’equivalente del super green pass italiano a partire dal 19 febbraio, prevedendo dal 5 marzo una riduzione delle restrizioni e seguendo la linea tracciata dalla Danimarca [3], che dal 31 gennaio scorso ha abolito tutte le misure di contenimento della pandemia. In Italia il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa [4] aveva parlato della volontà da parte dell’esecutivo di non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo 2022, non sbilanciandosi però né sulla data né sulle modalità di ritiro delle restrizioni, tra cui la certificazione verde, che dovrebbe avvenire in «maniera graduale».

[di Salvatore Toscano]