- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

Da oggi i lavoratori over 50 non vaccinati saranno a casa senza stipendio

Sarà effettiva da oggi la misura voluta dal Governo in base alla quale tutti i lavoratori sopra i 50 anni che non abbiano ricevuto le tre dosi di vaccino rimarranno a casa dal lavoro senza stipendio. Non si dispone di numeri esatti, ma si stima che il provvedimento vada a toccare all’incirca un milione e mezzo di persone tra i 50 e i 70 anni, dalle quali vanno sottratte esenti e pensionati. Esenti dalla misura sono i lavoratori che presentino certificato medico di esenzione dalla vaccinazione, mentre per i lavoratori sotto i 50 anni (appartenenti alle categorie per le quali non era già previsto un obbligo, come sanità e istruzione) rimarrà la possibilità di presentarsi a lavoro con il green pass di base, ottenibile con il tampone rapido o molecolare da effettuare ogni 48 o 72 ore. Nonostante la pandemia sembri in fase di ritiro e in molti Paesi si vada verso l’allentamento delle restrizioni, dunque, il Governo non rivede le proprie politiche e tira dritto per la sua strada, diversificando sempre di più l’accesso ai diritti in base a criteri opachi e contestabili.

Nonostante si intraveda all’orizzonte la fase calante della pandemia e nonostante si stia procedendo un po’ ovunque al progressivo rilassamento delle restrizioni, con misure quali la riapertura delle discoteche e l’abolizione dell’obbligo di mascherine all’aperto, il Governo non sembra avere intenzione di fare marcia indietro sui propri provvedimenti. Così, a partire da oggi i lavoratori over 50 che non abbiano ricevuto le vaccinazioni rimarranno a casa senza stipendio. Per chi decidesse di violare la norma sono previste sanzioni da 600 a 1500 euro, raddoppiate in caso di ripetuta violazione. Inoltre, per gli over 50, lavoratori o meno, che al 1° febbraio non abbiano regolarizzato la propria posizione vaccinale è prevista una multa una tantum di 100 euro.

La misura, tuttavia, non si applica a chi sia stato contagiato dal Covid da meno di sei mesi: in quel caso, verrà rilasciata la certificazione verde per avvenuta guarigione [1] e il lavoratore sarà libero di andare sul posto di lavoro. Una discriminazione da non poco conto, che subordina il godimento di un diritto in base al fatto che il soggetto abbia o meno contratto una determinata malattia.

Inoltre, il decreto riguardante l’obbligo vaccinale non si esprime in materia di smartworking: a questo proposito, come reso evidente da un articolo pubblicato dal quotidiano la Verità in data odierna, si apre un vuoto legislativo di non poco conto. In caso il lavoratore svolga le proprie mansioni da casa, infatti, il datore di lavoro non è tenuto a sapere se il dipendente disponga o meno del green pass, nonostante, secondo il decreto ministeriale di ottobre, il lavoro agile non costituisca esenzione dalla vaccinazione. Nel caso in cui il dipendente si ammali e il datore di lavoro ne dia comunicazione all’Inps, tuttavia, emergerebbe immediatamente lo stato vaccinale del lavoratore il quale, in caso non avesse ricevuto le inoculazioni necessarie, non avrebbe diritto di lavorare. Ma è possibile sospendere il lavoratore da stipendio e contributi se nessun green pass è stato scansionato, come prevede la norma per la sospensione del lavoro? Inoltre non sono previsti contratti che permettano la sostituzione del lavoratore che si opponga al green pass: questi resta a casa, ma il datore di lavoro non ha modo di sostituirlo.

I dubbi sono tanti, le discriminazioni evidenti e le crepe profonde. La misura dell’obbligo vaccinale sembra inoltre dettata da puri criteri politici, dal momento che si tratta di un provvedimento drastico e dalle drammatiche conseguenze per i cittadini non supportato a sufficienza [2] da criteri scientifici.

[di Valeria Casolaro]