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Appena nata e già in vendita: si decide il futuro di ITA, l’ex Alitalia

”I provvedimenti presi in Consiglio dei ministri riguardano la riforma del Csm ma anche la procedura per la vendita di Ita”. Lo ha detto Mario Draghi nella conferenza stampa sulla riunione del Consiglio dei ministri di ieri. Nella seduta è stato illustrato il provvedimento che dispone la cessione di Ita Airways. Avverrà tramite vendita diretta o offerta pubblica. Il decreto (un Dpcm) avvierebbe la privatizzazione di Ita, la compagnia area che ha preso il posto di Alitalia, attualmente detenuta al 100% dal ministero del Tesoro, cioè dallo stato italiano. L’acquirente più accreditato è Msc, società a capitale completamente svizzero, a cui andrebbe la maggioranza, mentre il Tesoro conserverebbe una quota ancora per qualche tempo in vista probabilmente dell’uscita dall’azionariato.

Msc, leader nel settore cargo e crociere, sembra per ora riuscire a superare la concorrenza, date le offerte ancora in essere di Delta e Air France. Msc, con le sue 600 navi portacontainer e centinaia di hub portuali completerebbe così la sua strategia aziendale di vasta presenza nel campo della logistica, dichiarando di voler fare di Ita una punta d’eccellenza del suo business, in considerazione del fatto che il traffico aereo è destinato a sbloccarsi. Prospettive queste che hanno affascinato il governo. L’esecutivo guidato da Mario Draghi dovrà comunque fare un’analisi ponderata di un accordo che non è ancora concreto. Del piano però già si parla da un po’ ed è stato messo a punto dal Dicastero dell’economia su impulso del ministro Daniele Franco.

Lo schema verrà definito nei prossimi giorni e molto dipenderà anche da cosa farà Lufthansa. La compagnia tedesca aveva anch’essa avanzato un’offerta [1] di acquisto il mese scorso. Msc fa sapere che nel caso vorrà guidare l’alleanza e avvalersi di chi ha già know-how nel settore dell’aviazione. Prevedibile che per concretizzare i passaggi il colosso con quartier generale a Ginevra si avvarrà delle sedi operative che possiede in Italia. Ci sarà poi, se tutto va secondo i piani, un Cda straordinario di Ita per definire il percorso.

Attualmente la nuova Ita, nata ad ottobre scorso, ha 2.235 dipendenti, 52 aerei. All’attivo fino ad adesso 1,2 milioni di passeggeri trasportati e un fatturato di 90 milioni. Con 400 milioni ancora in cassa. Recentemente è stato anche approvato il nuovo piano industriale quinquennale. Msc ne è al corrente ma punta al futuro e non si esclude la creazione di una nuova Newco Msc-Ita.

Se Ita non sarà più la compagnia di bandiera, potrebbe quindi addirittura essere una buona notizia, considerando l’affidabilità delle aziende papabili a subentrare. Eppure c’è sempre un po’ di amaro in bocca quando una realtà produttiva, caratterizzata da un passato  tortuoso [2]e che ha dovuto incassare innumerevoli critiche, di fatto continua a fare tanta gola ai competitor stranieri. In questo modo forse si mantiene quello che resta sul versante occupazionale, dopo il sacrificio di migliaia di dipendenti e i miliardi spesi in aiuti durante questi anni, ma si perde un asset strategico nel mercato internazionale.

[di Giampiero Cinelli]